1° marzo 2016
Oggi parleremo del razzismo capitalista, del razzismo in quanto ideologia capitalista e soprattutto in quanto rapporto capitalista fondamentale e quotidiano allo stesso tempo: l'approccio qui svolto sarà quello della critica radicale della dissociazione-valore coloniale-razziale (espressione formulata dai teorici critici Roswitha Scholz e Robert Kurz). Dissociazione è una combinazione di due parole, dissimetria ed associazione. La dissociazione esiste strutturalmente in seno al capitalismo fra i soggetti proprietari di capitale e di mezzi di produzione di merci - che chiameremo 'capitalisti'- ed i soggetti spossessati di tutto e costretti a vendere la loro forza lavoro ad un prezzo che permette un plusvalore, un profitto - e che chiameremo 'proletari'.
Dissimetria significa che non ci sono soggetti capitalistici "uguali", uno che compra forza lavoro e l'altro che vende la sua forza lavoro - così, semplicemente - ma che al di là della loro comune sottomissione al capitalismo in quanto sistema del lavoro, della merce, del valore, del denaro e del capitale (nel senso della critica del valore), l’uno si trova in posizione di forza, di dominio, di asservimento dell'altro, il quale si trova in posizione di debolezza, di sottomissione, di servitù rispetto al primo.
In maniera analoga, nella storia del capitalismo, l'espansione storica, strutturalmente necessaria, dei centri capitalisti "occidentali" ha portato ad una dissimetria fra centri coloniali e periferie colonizzate (al fine di trovare nuove risorse, nuovo mercati, una nuova manodopera gratuita). fra 'Nord' e 'Sud', fra colono ed "indigeno" colonizzato, ecc.. E' stata tale subordinazione coloniale, questo dominio imperialista, questo asservimento capitalista, che ha portato ad una strutturazione dissimetrica tra almeno due soggetti: fra una "forma soggetto coloniale" ed una "forma soggetto indigena". D'altro canto, queste due forme sono associate, camminano insieme, sono strutturalmente associate: non ci sono colonizzatori senza "indigeni" colonizati, non ci sono "indigeni" colonizzati senza che ci siano colonizzatori.
La critica radicale della dissociazione coloniale-razziale è quindi una critica radicale della dissimetria e dell'associazione fra "forma soggetto" coloniale e "forma soggetto" indigena, e mira perciò ad una abolizione congiunta di queste due forme soggetto, ivi compresa quella "indigena", in quanto creazione della dissociazione razziale-coloniale, in quanto creazione del capitalismo coloniale.
Diciamo "dissociazione-valore" perché si tratta di una dissociazione capitalista, strutturale al capitalismo in quanto vi sono necessariamente in seno al capitalismo dei centri (degli spazi militarmente, politicamente ed economicamente dominanti, superiormente competitivi) e delle periferie (degli spazi sottomessi politicamente, militarmente e/o economicamente, e comunque con un livello di produttività troppo debole per poter essere competitivi sul mercato globale); vi sono necessariamente dei capitalisti e dei proletari (sebbene a questo riguardo, nell'autogestione capitalista, ciascuno è sia capitalista che proletario); e vi sono necessariamente dei soggetti dominanti e dei soggetti dominati.
Nella dissociazione-valore coloniale-razziale, in seno al capitalismo nella sua dimensione coloniale, abbiamo quindi due forme soggetto: una "forma soggetto" coloniale (con delle qualità assegnate: "civilizzata", "razionale", "lavoratrice", "superiore"...) e, in maniera correlata, una "forma soggetto" indigena (ivi compreso anche "bianca" - ad esempio gli Irlandesi sotto il dominio britannico) subordinata (forza lavoro), espropriata-spossessata, sradicata (tratta degli schiavi) e dissociata (oggettivamente - "code de l'indigénat" per il lavoro forzato - e soggettivamente - assegnazione razziale di tratti negativi-invertiti: "negri fannulloni", "arabi ladri", gialli corrotti", "irlandesi ubriaconi"...).
Queste "forme soggetto", una volta divise, reificate, rese omogenee, essenzializzate biologicamente, diventano "razze", una razza coloniale "bianca", un'altra razza colonizzata "nera", "araba", ecc., e da qui una dissociazione-valore coloniale ma anche razziale. Tale dissociazione (associazione dissimetrica) è fra due "forme soggetto", sebbene nella realtà esista una catena di "forme soggetto" ("gran colono", "piccolo colono", "meticcio", "indigeno collaborazionista", "indigeno" - che sono tutti prodotti di questa dissociazione-valore coloniale-razziale, da una parte, e della dissimetria-valore delle "classi"); questa dissociazione-valore coloniale-razziale è inerente al capitalismo: cioè a dire, è impossibile abolire semplicemente una delle due forme soggetto (quella "coloniale", per esempio) senza che essa si ricostituisca immediatamente, anche attraverso soggetti precedentemente "indigeni", come è accaduto nell'Algeria post-coloniale (dopo il 1962, con la dittatura militare degli ex "indigeni") o nello Zimbabwe post-coloniale (dittatura dell'ex "indigeno" Robert Mugabe).
fonte: Sortir du capitalisme