“Abbandoniamo le bruttezza su tela, per approdare ad un enigmatico ed iper-celebrato personaggio femminile in carne (poca), ossa e crinoline. Signora della Moda, sdoganatrice della femminilità, sovvertitrice dei costumi, innovatrice degli abiti tradizionali delle donne, esaltatrice del n°5: Cocò Chanel. Moderna e visionaria, la Madame non era certo quella gran bellezza, anzi. Era piuttosto bruttina ed atipica per i suoi tempi. Donna completamente a-curvica, sensualità pari a quella di un manico di scopa in metallo. Alla freddezza fisica bene si abbina quel suo musetto un po’ arcigno, inquadrato dal famoso taglio “a-la-garconne”, ovvero capelli neri e corti, simbolo anche quello dell’emancipazione femminile a partire dagli usi&costumi. Occhio espressivo con arcata sopraccigliare diabolica, naso da lupo e piccola bocca dalle labbra sottili. Incattivita. Acida. Ma tanto elegante.
Dopotutto, la vita non è stata gentile con la piccola Cocò (nome vero Gabrielle), rimasta sola molto giovane e cresciuta a pane&orfanotrofi; ma anche ad ago&filo. Questo mix di voglia di riscatto e propensione per la creazione di cose belle, ha fatto sì che in breve tempo la signora sia entrata nel mondo della moda e ne abbia sovvertito le regole, creando di se stessa e delle sue idee “Il mito Cocò”. Se vi state chiedendo come ha fatto una giovane orfana ad entrare nel regno dorato del fashion (e rimanerci) per anni, la risposta è semplice: seducendo e sfruttando a suo vantaggio amicizie facoltose. Non c’è impresa in cui una donna, anche bruttina, non può non riuscire utilizzando saggiamente le sue armi. Basta pensare che Cocò iniziò la sua ascesa approdando come cantante presso un caffè-concerto (geniale, mettersi sul palco dà sempre quel tocco di figaggine in più e sotto ai riflettori siamo tutte più belle) dove ebbe la fortuna di conoscere ed acchiappare il suo primo amante-finanziatore, Etienenne de Balsan. Bruttina ma astuta. Il talento senza fondi non emerge, lei lo sapeva, ed ha giocato le sue carte.
La storia è abbastanza nota: comincia a creare cappelli, le amiche del suo amante diventano la sua prima clientela, et voilà. Il passo dai cappelli al primo negozio fu breve, come il salto dal primo amante all’ “amore della sua vita” (guarda caso proprio colui che le aprì la prima boutique). La rivoluzione estetica e di costume è innegabile, come anche è innegabile il suo saper sedurre le masse (uomini, donne, giovani e meno giovani) con il suo tailleurino impeccabile ornato da chili di perle (che poi ha spacciato ad un esercito di bruttine stagionate come lei).
Insomma, la Signora è stata in grado di trasformare le sue piccole paranoie estetiche ed esistenziali in Stile, Moda e Mito. Tanto che la sua Maison fattura ancora diversi Euro, i suoi modelli sono tra i più imitati, film, libri e mostre si sprecano (così come le citazioni delle sue frasi celebri). E la sua immagine, quella in cui, non più giovanissima, si fa ritrarre in tutta la sua rugosa arroganza, tra un monociglio dipinto con un pennello punta larga ed il lungo collo a tartaruga, ci fa ancora sorridere e pensare che è proprio una Madame Stilosa. Mi permetto di citarla anche io, con il consiglio universale per le bruttine (e le bellone):
E voi, siete differenti? Individuare i propri punti di forza e non avere mai paura di essere diverse!!! Se volete altri esempi da studiare li trovate, come al solito, qui…