daniela canu
Ma-donne porta a Como una mostra che mette al centro la sacralità della donna violata dai soprusi
Si presenta come un esercito di 169 madonne trafitte da chiodi e diviene subito la protagonista dell’esposizione inaugurata il 30 novembre allo Spazio Culturale Ratti. Ma-donne non è un’installazione fine a se stessa: è il punto di partenza per un dibattito.
Rappresenta le donne che ogni giorno subiscono abusi dai propri uomini, mariti, amanti, padri e fidanzati, ma anche nei luoghi di lavoro, a scuola e più in generale nelle proprie città d’origine. Proprio come i martiri sono trafitte da chiodi. Rimangono fiere e pure nel loro essere Madonne, nonostante l’evidente violenza identica e perpetrata nel tempo che invita lo spettatore a riflettere.
All’interno della mostra fotografica, che espone tre installazioni e 12 pale d’altare, si è svolto qualche giorno fa un incontro di performance e dibattito organizzato con il contributo dell’Associazione Animatamente di Como.
A partire dal giorno dell’inaugurazione, invece, BIOS Vincent raccoglierà le foto di 169 donne che formeranno un esercito di Madonne in dialogo con quelle in gesso, fatte però di volti veri, posti a simboleggiare una società femminile che vuole mettere la propria faccia nella lotta contro i soprusi. Sarà sempre l’artista a intervenire nuovamente su queste foto, sparando a ognuno di esse e compiendo un gesto crudo e della stessa violenza
subita dalle donne. Su queste immagini si poserà poi una farfalla in segno di cambiamento culturale e speranza.