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Lunedì film – La finestra di fronte – Ferzan Ozpetek

Da Iomemestessa

Ya no estas mas a mi lado corazón

en el alma sólo tengo soledad

Giovanna (Giovanna Mezzogiorno) è sposata con Filippo (Filippo Nigro) e ha due figli. Lei fa la contabile in una polleria, lui si trascina tra un lavoro precario e l’altro. Insoddisfatta di sé, lei è infelice e si trascina in una normalità da cui vorrebbe evadere.

y si ya no puedo verte
por qué Dios me hizo quererte
para hacerme sufrir mas.

Un giorno Giovanna e Filippo incontrano sul loro cammino un anziano e smemorato signore che dice di chiamarsi Simone (Massimo Girotti). Lo accolgono e se ne prendono cura, cercando di ricostruire il suo passato e ricondurlo a casa

Siempre fuiste la razón de mi existir
adorarte para mi fue religión

Giovanna per spezzare il suo presente opprimente ed immaginare una vita migliore, spia di nascosto Lorenzo (Raoul Bova), il vicino che abita nel palazzo di fronte; sarà grazie a lui che Giovanna riuscirà a scoprire l’identità e il triste segreto del passato di Simone.E a scoprire che se lei spiava Lorenzo, Lorenzo pure spiava lei con altrettanta se non maggiore intensità.

en tus besos yo encontraba
el calor que me brindaba
el amor y la pasión

Simone in realtà è Davide Veroli, ebreo omosessuale scampato al rastrellamento del 1943, quando si trovò a scegliere se avvisare il maggior numero possibile di persone o l’amato (che scopriremo essere il vero Simone): scelse di avvisare la sua gente (e la donna che ora lo accudisce era una bambina salvata allora), ma Simone non ebbe scampo, e Davide trascorse il resto della sua esistenza a rimpiangerlo.

Es la historia de un amor
como no hay otro igual
que me hizo comprender
todo el bien, todo el mal

Sarà Davide/Simone, con la sua storia e le sue parole, a spingere Giovanna a guardarsi dentro e a scegliere coscientemente la strada da percorrere e a trovare nuovo slancio per inseguire i suoi sogni. O quel che ne resta.

que le dio luz a mi vida
apagándola después
hay que vida tan obscura
sin tu amor no viviré.

La Finestra di fronte è tutto fuorchè un film straordinario. Ozpetek spesso indulge ad un sentimentalismo mieloso e un po’ furbetto (non diversamente da Muccino), e questo, comunque, non è neppure il suo film migliore, meglio, molto meglio, Mine vaganti e Saturno contro, per dirne due.

Pure è un buon film, che avrebbe potuto essere migliore con una protagonista più coinvolgente della Mezzogiorno (altra interprete tipicamente mucciniana) che sarà pure un’icona di certo film sensibil-romantico-generazionale, ma a che a me pare, pur nell’indubbia abilità, sempre un po’ freddina e fuori parte, e con un Lorenzo diverso da Raoul Bova, espressivo come un blocco di ghisa.

Per contro, incanta la recitazione di Massimo Girotti (che morirà ultraottantenne al termine delle riprese e a cui è dedicato il film) straordinario attore che ha attraversato cinema, televisione e prosa dagli anni ’40 sino al 2003, e che con pochi misurati, impercettibili gesti disegna Davide/Simone, la sua sofferenza ed il suo dolore.

Ma l’altra (buona) ragione per parlare di questo film è l’uso sempre sapiente che Ozpetek fa della musica. Le sue colonne sonore sono sempre gioielli. Sempre.

Ma qui si supera e le note di Historia de un amor, nella versione di Guadalupe Pineda, si accompagnano alle immagini regalandoci tre minuti scarsi di grandissimo cinema.

Lunedì film – La finestra di fronte – Ferzan Ozpetek


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