Testimonianza di Manu, s-t-u-p-e-n-d-a!!!
La decrescita felice, che non sembra facile
E' passato un anno. Esattamente un anno fa sceglievo una strada strana,
ombrosa per la maggior parte delle persone che conosco, luminosissima per me...
Quella della Decrescita Felice.
Quando dici in giro che vuoi lasciare il lavoro, un posto fisso vicino a casa,
dove sei rispettata e stimata, ti guardano tutti come se una pericolosa
malattia ti avesse cotto il cervello e non fossi più in grado di ragionare.
"Ma come? Di questi tempi? Sei sicura di quello che fai?" .
Sì, sicura.
Avevo 40 anni, marito operaio, due bambini e un mutuo da 750 euro al mese per
la casa da estinguere, ancora in piedi per un anno.
E due possibilità: continuare a passare 8 ore al giorno chiusa in una scatola
rumorosa e afosa a fare un lavoro che non sopportavo più,
per portare a casa 1000 euro al mese, oppure ridisegnare il nostro modo di
vivere, impegnando il mio tempo a studiare e inventare strategie possibili per
decimare le spese famigliari e a imparare l'abc dell'autoproduzione in ogni
ambito della vita.
La seconda!
Con me, mio marito, senza il cui appoggio non sarebbe stato possibile fare
nulla.
E poi i bimbi. Sinceramente la spinta vera, il motivo principale, sono stati i
bambini.
Adesso sono alla Scuola Primaria, per qualche anno mi cercheranno ancora, per
i giochi, le risate, le confidenze, gli abbracci.
Poi prenderanno il volo, come giusto che sia, ritornando al nido solo per una
carezza ogni tanto.
Non volevo perdermi questi anni. Non volevo arrivare fra 5 anni ad avere
(magari già speso!) qualche migliaio di euro in più,
e il rimpianto di non aver vissuto l'infanzia dei miei figli.
Gliene abbiamo parlato, spiegandone bene le conseguenze;
perché avere la mamma a casa sempre, in questo caso, vuol dire anche
rinunciare al cinema o alla pizza, alle vacanze al mare, vuol dire tenere i
pattini vecchi per un altro anno, e lo zaino della scuola per altri 2 e
rimandare il corso di batteria a chissà quando.
Anche a loro è stato chiesto il voto.
Non ci hanno pensato un secondo. Meglio la mamma a casa (e lo scrivo, lo
ammetto, con orgoglio.. ^_^).
Ora, dopo un anno, posso provare a tirare un po' di somme.
Lo scoglio principale, quello che ti mette addosso paura, sono i soldi.
Il solito cancro.
Ormai siamo talmente abituati a considerarli un vero valore,
che è difficile cambiare approccio. Siamo convinti che senza soldi non si
possa far nulla.
Vero: non si può far nulla, ma solo di quello che il sistema ti propone.
Aldilà dell'imperante linea consumistica che ci hanno inculcato, esiste un
modo totalmente contrario di stare al mondo.
Tutto quello che ci viene sbattuto in faccia come indispensabile
in realtà ha il peso di un granello di sabbia per la qualità della nostra
vita. Pensateci: sono 4 o 5 le cose che hanno veramente valore: avere degli
affetti da amare, del cibo per sfamarci,
un posto caldo e asciutto dove ripararci, un po' di buona salute e uno
spicchio di Natura intorno.
Tutto il resto è un bisogno indotto.
La macchina bella, 5 paia di stivali, l'ultimo notebook, le mutande firmate,
gli integratori, la liposuzione, la piega dal parrucchiere una volta la
settimana e milioni di altri bisogni indotti.
Si può fare senza. Si sta meglio senza.
Il mio cappotto ha 15 anni. Alla fine di ogni inverno mi dico che con i saldi
ne prenderò un altro. Poi lo guardo e penso che è ancora un rispettabilissimo
cappottino, carino e confortevole.
Davvero me ne serve un altro? No.
Davvero le persone che parlando con me, pensano al fatto che ho un cappotto
vecchio di 15 anni e mi compatiscono in silenzio, sono le persone di cui devo
tener conto nella mia vita?? NO.
Questo discorso per me vale per il 90% delle cose con cui siamo abituati a
vivere nel quotidiano.
Per carità, molte di queste cose, sono belle, funzionali, comode,
dimostrazione dell'ingegno umano e della sua arte.
Ma lontane da quelli che sono i nostri reali bisogni. O, almeno, da quelli che
sono i miei bisogni.
IL mio bisogno è vivere in armonia con i tempi della natura, riprendere i
contatti.
Il mio bisogno è impastare il pane e la pasta, sono le torte con la mia
marmellata con la frutta del mio albero.
Il mio bisogno è abbassare la schiena x trapiantare pomodori o raccogliere
patate.
Il mio bisogno sono le passeggiate con il cane e i bambini nel bosco dopo la
scuola, a ri-segnare i sentieri che nessuno usa più.
Mentre respiro. respiro sole ed aria, e risate e leggerezza. Il mio spirito
respira.
Perché vivere a contatto con la natura il più possibile, ci aiuta a stare bene
con noi stessi, ci riporta alla meraviglia del mondo e a quanto siamo fortunati
a poterlo vivere.
Bisogna scegliere di tornar a contatto con la natura.
Anche a piccoli passi, ma bisogna sceglierlo. Si sta subito meglio. Ma
subito!! :)
La Decrescita è un mondo di piccoli piaceri: soprattutto abbassare la schiena,
coltivare, cioè l'aspetto dai molteplici vantaggi!
L'autoproduzione di verdure e frutta e la loro trasformazione sono
fondamentali; per l'economia domestica, perché ti riportano ai ritmi naturali
dell'essere umano, ti offrono doni preziosi, sani, colorati e buonissimi, che
ti preservano da molti mali. Cibo e Pace.
Ovviamente sono vegetariana, tendente al veganesimo, quindi compro quasi solo
cereali, oltre alla parte di verdura che non riesco a produrre e che prendo a
km O.
Ecco, il cibo. Ne mangiamo troppo e cattivo, a tanto tanto caro.
Qui la decrescita dà il suo meglio secondo me.
Perché in decrescita si mangia cibo buono. E lo si paga di meno. Come?
Si produce!! E si cucina!!!
Basta un orticello e la rivoluzione è già fatta a metà.
L'altra metà la si fa in cucina; evitando come la peste i prodotti pronti,
partendo dalle materie prime per ogni piatto,
cercando di ottimizzare le cotture e imparando che bastano tre o quattro
ingredienti a pasto per nutrirci come si deve e non 20!!
Chiaro che vivere vicino alla natura è una delle condizioni per decrescere.
La natura ci accudisce e ci sostiene, e senza di essa nulla potremmo.
L'autoproduzione in tutti i campi possibili è l'altra base del "piano" di
decrescita.
Oltre al cibo, si fanno detersivi, cosmetici e tutta una serie di lavori di
riciclo e riuso, che ci permettono di abbattere i costi quotidiani. Diciamo
che se ho bisogno di un'altalena... Di certo non sarà di plastica colorata con
il disegno di Superman, trovata nell'ultimo maestoso centro commerciale, ma
solo un'asse di legno o un copertone vecchio legato con una corda alla quercia
vicino al bosco.
E poi... i fili. Uncinetto, ferri, ago... Si torna a rattoppare, a chiudere
buchi, a fare i maglioni come una volta.
Senza buttare. Senza sprecare.
Sì, non ho un soldo. Poveraccia?? Io credo Ricchissima.
Niente soldi, ma tempo libero, ritmi lenti, aria pulita, mani di terra ed
energia verde che scorre dentro.
A tutti quelli che sognano la decrescita, ma sono spaventati
dall'intraprendere questa strada dico:
è un percorso non facile, certo. Soprattutto perché ci si deve scontrare con
la retorica delle nostre abitudini, e il pensiero comune, che sembra avere
nella difesa dell'accumulo di beni il suo scopo primario.
Si viene guardati un po' di sottecchi all'inizio. Si passa per matti (e questo
è un aspetto che amoooo! i matti sono avanti!).
Poi, quando salta loro agli occhi che è possibile, vedi tutte queste persone
con una lampadina accesa sopra la testa che ti guardano
chiedendoti consigli, assorbendo ogni informazione come una spugna, che
aspettano qualcuno che gli indichi la via, la partenza, pensi che basterebbe
veramente poco perché tutti si rendano conto che esiste un'altra scelta, perché
in fondo tutti sappiamo che il nostro modo di vivere ci sta uccidendo e sta
divorando il pianeta e che non si può continuare così.
Provate la decrescita.
Magari non è facile.
Magari si fa fatica.
Magari ci si innamora della persona che diventiamo quando freniamo un po'.
La decrescita ti mette il sorriso.
Ti porta sul sole andata e ritorno.
La decrescita ci salverà.
Salverà noi, i nostri figli, il pianeta e
i suoi abitanti.
W la decrescita, venite con me!!
(Manu)