Un anno passato a pensare.
Un anno che sembrava non dovesse scorrere, un anno fatto di lacrime silenziose, urla senza voce e pugni contro il muro.
Un anno che è passato.
Di un anno fa ricordo altrettante lacrime notturne, altrettanti sogni affogati in un cuscino ed è strano parlarne con distacco, oggi.
Mi sembra che quella vita di cui parlo, quella vita di cui ho parlato tanto a lungo non sia mai stata mia.
Sto benissimo, adesso. Sebbene non abbia ottenuto ancora quello per cui lotto. Sebbene in sostanza non è cambiato nulla da qualche mese ad oggi.
Ma tutto questo mi ha aiutata molto a crescere.
Oggi sono convintissima, irrimediabilmente convinta, che quello che voglio fare è solo ed esclusivamente Medicina ma sto provando ad accettare successi e fallimenti. Non senza paura, ma senza abbattermi.
Quello è stato condizionante lo scorso anno.
Sono convinta che le sfide cambino proporzione guardandole da un'altra prospettiva.
Io oggi sono pronta solo a combattere per quello che voglio e per affrontare qualunque cosa verrà fuori da quell'esperienza disarmante che non è il semplice confrontarsi con 80 domande, non è il semplice realizzarsi, per quanto fondamentale, di un sogno che ha alimentato battiti e sospiri ma è il confronto con me stessa, il mettermi alla prova, il lottare dopo averci creduto con tutta me stessa che io non sono quella che molte persone hanno ritenuto, io sono quella in cui pochi altri hanno creduto e devo dimostrare a me stessa che quei pochi avevano ragione.
Io ora ci credo.