Il nuovo assessore regionale alla Cultura, Emily Rini, è entusiasta (ditemi quando non lo è). Lieta di annunciare la rassegna di eventi culturali proposti per celebrare il bimillenario della morte dell’Imperatore Ottaviano Augusto. Il frutto di un lungo lavoro di ricerca e di organizzazione, che la riempie di soddisfazione e letizia, nei fatti si riassume in ciò che normalmente già si fa: visite guidate, esperienze ludico-didattiche al Museo archeologico, apertura serale del Teatro romano con tanto di luci e letture della onnipresente Paola Corti, la mostra dell’ottimo disegnatore Francesco Corni sotto ai portici del Comune già vista due anni fa, un paio di conferenze. Attività comuni. Le novità consistono in una degustazione di prodotti valdostani a fine visita della città augustea e in un concerto per pianoforte sotto l’Arco romano (allo Splendor in caso di maltempo). Di eccezionale c’è l’apertura al pubblico del Pont D’Ael di Aymavilles (ma ci sarebbe stata comunque), un gioiello che avrebbe dovuto incastonarsi su iniziative più ricche e adatte all’anniversario. Ma qui, come ci ricorda il Sovrintendente Roberto Domaine, gli eventi si fanno in casa . E per caso, aggiungo io. Tanto i turisti siamo noi!
Sempre Domaine, nelle due paroline spese sul turismo, ci ricorda che noi abbiamo soprattutto le montagne e la neve. Che i Beni culturali sono un accessorio estivo, un qualcosa in più. E bravo il nostro Sovrintendente! Aosta, seconda città romana dopo Roma, deve ringraziare dirigenti come lui, se ancora rimane sconosciuta al mondo intero. Il ritornello che dovrebbe giustificare lo squallore mortale di questa ricorrenza è sempre lo stesso: non ci sono soldi. E sono balle! Quello che manca è la volontà politica! Un appuntamento di tanta importanza prevede per un’organizzazione come si conviene, almeno due anni di impegno secco. Ricordo agli amministratori che mi leggono che due anni fa sono stati letteralmente buttati via (o meglio infilati nelle tasche di qualcuno) ben 500.000 euro per quella bufala di Sveart! Che sono state finanziate mostre e festival insignificanti a beneficio dei soliti amici-elettori, senza parlare dello spreco vergognoso che caratterizza da sempre la nostra autonomia. Pensare in grande non è possibile per due motivi: i cervelli sono entusiasticamente piccoli e politicamente non conviene.