14 dicembre 2013 • Recensioni Film, Vetrina Cinema •
Il consiglio di Elisabetta BartuccaSummary:
Il comico toscano torna in sala per il consueto appuntamento natalizio.
Lo fa con una commedia che lo riporta alle origini…
“Nessuno meglio di chi ha vent’anni può farti capire che non ce li hai più”. E Arnaldo, l’antieroe borghese di questa storia, ne ha 45, con una famiglia normalissima alle spalle, una vita ordinaria, una routine da impiegato di banca, una moglie, Anita, e due gemelle, Martina e Federica. Arnaldo non ha più fantasia, si è assopito, addormentato, affidato all’oblio di chi si ritrova a fare bilanci; poi un bel giorno l’equivoco e Anita lo butta fuori casa. Quale occasione migliore allora per ridare fiato alle emozioni perdute?
Così il nostro ‘uomo senza qualità’ decide di tornare indietro nel tempo, prendendo in affitto una camera in un appartamento con quattro universitari. Le rocambolesche avventure che ne conseguiranno, il senso di un’energia ritrovata, la riconquista dell’imprevedibilità, la riscoperta di un se stesso abbandonato in chissà quale angolo remoto della propria gioventù, faranno di Arnaldo il deus ex machina dell’ennesima goliardata di Leonardo Pieraccioni. Il mattatore toscano torna puntuale con una commedia, “Un fantastico via vai”, confezionata ad hoc per accompagnare come sempre il Natale cinematografico del Bel Paese; ben 500 copie distribuite dal 12 dicembre da 01 Distribution per far fronte al ciclone Zalone che domina incontrastato il botteghino ormai da più di un mese, e parare i colpi di Elfi e creature fantastiche della jacksoniana terra di mezzo (“Lo Hobbit – La desolazione di Smaug”).
Un fantastico via vai – Scena tratta dal film
Scommessa ardua, ma non altrettanto può dirsi di quest’operazione nostalgia, un tuffo indietro negli anni che rievoca il passato più illustre del comico fiorentino: inevitabile che la mente corra a “I laureati”, salvo scoprire poi che di quei sapori, quei tempi e quella malinconica irriverenza sia rimasto ben poco. Il ‘fantastico via vai’ di gag e personaggi bizzarri risulta molto poco fiabesco, privo di ‘fuochi d’artificio’, infarcito di battute dozzinali, vicino per linguaggio e stile al più posticcio dei prodotti televisivi. E a poco serve l’intervento di Paolo Genovese che firma la sceneggiatura a quattro mani con Pieraccioni, orfano per la prima volta dopo una collaborazione quasi decennale di Giovanni Veronesi.
Così come non basta affidarsi alla collaudata squadra di amici e colleghi, da Massimo Ceccherini a Giorgio Panariello, o ai siparietti – unici degni di nota – dell’inedita coppia comica formata da Marco Marzocca e Maurizio Battista. Quella che vorrebbe atteggiarsi a commedia sentimentale e malinconica, finisce quindi per diventarne una diapositiva sbiadita, un tentativo artificioso e innaturale, una corsa da ventenne ma con il fiato corto di una grottesca mezza età.
Di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net
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