Colonna sonora di questo post: Sweet and tender hooligan - Nouvelle Vague
Hai sempre lavorato da quando avevi 18 anni, e hai veramente fatto di tutto. Promoter, hostess, commessa, educatrice per bimbi, ripetizioni scolastiche e chi più ne ha più ne metta. Dopo la laurea inizi un tirocinio in un ufficio stampa e li ti scova il tuo futuro capo e ti propone un lavoro da sogno che...nemmeno ci credi. Nel nuovo posto di lavoro progetti insieme ai colleghi un front office di accoglienza degli utenti, rifai tutta la modulistica, aiuti a creare un programma che intefaccia le varie fasi del lavoro, cambi i contenuti del sito internet. Ah, sei assunta come segretaria del capo.
Lavoro bellissimo sotto tanti punti di vista. Ti pagavano bene. Avevi un orario meraviglioso. Il capo era molto tranquillo e non hai mai avuto problemi per ferie o simili. Adoravi (e adori) i colleghi.
Ora passi vicino a quel palazzo dove lavoravi fino Maggio e cerchi di non guardarlo. Pensando che li dentro ci sono tante persone a cui vuoi bene e con cui avevi costruito una quotidianità di cui non fai più parte e che ti manca terribilmente e per di più...ora c'è qualcun'altro al tuo posto.
C'è un nuovo capo, una nuova segretaria, nuove sfide...e per te non c'era più spazio, purtroppo.
Ora ti guardi in giro. Mandi curriculum e non sai cosa fare.
A volte ti senti dire che sicuramente anche se hai già fatto la commessa adesso punti a qualcosa di meglio (è così sbagliato avere ambizioni più alte?) e quindi...no, sai, ho bisogno di una persona che resti e voglia restare.
Altre volte c'è il silenzio abissale e siderale.
Altre volte ti sembra di avvicinarti a lavori interessanti ma...non si capisce quanto guadagnerai - se guadagnerai e quando? - e le persone che ti osservano capiscono tutto di te solo da un'occhiata. Loro sanno già chi sei da come ti muovi e come ti poni. E per fortuna tu piaci loro. Ma loro non piacciono a te.
Poi ti sembra che forse, chissà, un lontano giorno per te li, in quel posto così simile a quello che avevi potrebbe anche esserci qualche speranza...ma chissà? E' tutto un punto di domanda e tu in cambio cosa puoi dare?
E torni a casa e ti senti triste e sbagliata. Perchè sai in fondo che certi lavori li potresti anche avere se ti ci impegnassi un pò di più, ma ti sembra di essere una ragazza che si preserva per il principe azzurro, che ha paura che se nel frattempo si metterà con un altro, il principe non arriverà più.
Ma forse ti vuoi solo illudere. E ti senti preziosa e preziosa tu non vuoi essere. Perchè se c'è da lavorare si lavora, anche si lavano le scale, ma in fondo sai che vorresti far altro.
Poi ci sono le persone.
Quelle che non vedi da un pò e ti chiedono 'cosa stai facendo?' e loro fanno tante cose, belle interessanti, stanno costruendo una vita. Tu invece ti senti un rametto secco pronto a spezzarsi dall'albero anche se è carico di germogli. E non vorresti mai rispondere. Ti sembra di esser malata. Sono quattro mesi che non lavori e ancora non hai trovato nulla, possibile? Nemmeno un posto per commessa?
E ti dai della stupida perchè ci caschi, senti la commiserazione altrui che ti penetra a fondo e si aggrappa alla tua gola diventando un fastidioso pizzicore vicino gli occhi.
Poi ci sono altre persone. Quelle che ti pensano e ti propongono possibili lavori, possibili persone da contattare. Cose da fare, strade da percorrere.
E le strade ti sembrano tante e nessuna è chiara. E' sempre un 'vediamo, aspettiamo, qualcosa succederà' e tu sei stufa di vedere, aspettare che qualcosa succeda.
A volte hai solo voglia di chiuderti in un guscio e stare li ad aspettare che passi la bufera. Altre volte esci coraggiosa e sei pronta ad affrontare il mondo. Altre volte ti basta vedere un'amica che ha un lavoro strafigo che con tatto non ti chiede nulla per sentirti il famoso groppo alla gola.
A volte pensi di scriverlo nel blog. Ma poi ti resta tutto dentro, finchè non esplode, proprio come il pizzicore agli occhi.