L'estate è anche tempo di vecchi film e, complice un pomeriggio afoso, ci siamo imbattute in Una sposa per due, una vecchia commedia annata 1962. L'atmosfera scanzonata e giocosa degli anni '60 ci ha conquistate (e con lei i suoi magnifici costumi) e ne abbiamo approfittato per condividere con voi, cari lettori, queste due ore di pura evasione. La recensione come sempre è opera del nostro insistituibile The talking mule. Enjoy!
Una sposa per due (titolo originale If a man answers) è una commedia romantica per certi versi un po' diversa dal solito. La protagonista è la giovane Chantal figlia di una ex ballerina delle Folies Bergère e di un posato uomo d'affari di Boston. Spinta al matrimonio dal padre stufo di aspettarla sveglio fino alle ore piccole quando esce con i numerosi ragazzi che la corteggiano, e cogliendo al volo il trasferimento per motivi di lavoro della famiglia a New York, Chantal in breve tempo rimorchia il brillante fotografo Eugene, e grazie ai saggi consigli della madre Germaine in breve tempo riesce a farsi sposare.
In amor vince chi fugge...
Il matrimonio però, lungi dall'essere una conclusione, si rivela un cammino irto di difficoltà, prima fra tutte il calo di attenzione del giovane Eugene. Chantal ricorre ancora una volta all'aiuto della madre, e qui si rivela la vera idea geniale del film: l'esperta Germaine ha impostato il rapporto con il marito seguendo fedelmente i consigli di un manuale di addestramento per cani! Ovviamente il sistema funziona a meraviglia anche per Chantal, fin quando l'invidiosa amica Tina non svela il segreto a Eugene il quale, da uomo tutto d'un pezzo degli anni '60, non può far altro che offendersi. Ancora una volta Chantal ricorre al consiglio materno e, in base alle indicazioni di Germaine, si inventa un amante, un certo Robert Swan, allo scopo di far ingelosire Eugene. La situazione precipita quando ritornando a casa Chantal vi trova il signor Swan in carne ed ossa. Eugene, a quanto pare, è stato meno ingenuo del previsto e ha architettato un controscherzo con l'aiuto del padre, Adam. A questo punto è Chantal ad offendersi e a tornare a casa dai genitori, fin quando l'innamorato Eugene si fa trovare a casa con tanto di guinzaglio e collare: essere il cucciolo l'uno dell'altro non è poi tanto male!
Bobby e Sandra impegnati in una schermaglia
La pellicola è interpretata da una splendida e platinatissima Sandra Dee (Come sposare una figlia, Scandalo al sole, Torna a settembre), appena ventenne ma già da un pezzo "fidanzatina d'America", dal marito Bobby Darin famoso cantante degli anni '50 che si è preso la soddisfazione di recitare per registi del calibro di Cassavetes e Siegel. Fra i comprimari troviamo Micheline Presle (una lunga carriera recitando fra gli altri per Negulesco, Lang, Chabrol) nel ruolo della madre di Chantal, una disinvolta e divertente figura di mamma "parigina". Fra i comprimari si segnalano Stefanie Powers (futura stella del telefilm Cuore e batticuore), bellissima anche lei e Cesar Romero nel ruolo del padre di Eugene, quasi impossibile riconoscere in lui il Joker del buffo telefilm di Batman degli anni '60.
Micheline - Germaine, la vera protagonista!
Nel cast tecnico spicca Russel Metty, direttore della fotografia di Howard Hawks, Orson Welles e premio Oscar per la fotografia di Spartacus di Kubrick. Qui si prende una pausa di tutto relax regalandoci però immagini patinate dell'american way of life e di una Sandra Dee mozzafiato avviluppata nei deliziosi costumi di Jean Louis, un mostro sacro della Hollywood fashion, basti dire che sono suoi i vestiti di Rita Hayworth in Gilda.
Sandra Dee e Stefanie Powers: scegliereste la bionda o la mora?
Il film, visto oggi, potrebbe essere tacciato di maschilismo e di "apologia di matrimonio", ma se è solo per quello, a quel tempo si portavano serenamente le pellicce, si trincava whisky facendosi meno problemi di quanti ce ne facciamo oggi per una coca-zero, Eugene - horreur! - fumava sul posto di lavoro. Insomma era un mondo diverso, ma che va sempre visto nel registro della commedia.
Sandra Dee e Bobby Darin si trovavano più o meno nella stessa condizione personale dei protagonisti: infatti erano sposati da meno di due anni e avevano appena avuto il loro primo ed unico figlio (ebbene sì anche se non si direbbe, in questo film Sandra era reduce dalla gravidanza, potere dei 19 anni), il che a mio avviso regala una verve del tutto particolare alle rispettive interpretazioni.
Sandra Dee e Jean Louis, risultato mozzafiato!
Dagli anni '60 in qua molte cose sono cambiate, ma per fortuna ancora adesso la gente continua in modo più o meno fortuito, buffo, romantico, disperato, inevitabile a volersi bene. Anche se l'istituzione del matrimonio non gode più della considerazione sociale che aveva cinquanta anni fa, ancora oggi c'è chi ha il coraggio di pronunciare il fatidico "finchè morte non ci separi"; l'importante è ricordarsi che è l'inizio e non la conclusione di una storia d'amore: addestrarsi a vicenda un po' ogni giorno a dare e ricevere attenzioni proprio come si farebbe con un amico a quattro zampe non mi pare nè disdicevole nè degradante. Credo anzi sia una metafora molto efficace: così come il cane prende il carattere che gli dà il padrone, così la persona che ci vive accanto sarà fatta un po' come ce la siamo meritata.