Il compito assegnato da Berlusconi ai dirigenti del Pdl è chiaro: riportare a “casa” (delle libertà) almeno un finiano a testa, una classica manovra da operatore di mercato azionario, un pacchetto e via o in stile Giulio Cesare quando combatteva Vercingetorige, un gallo a testa. Berlusconi è convinto che i finiani moderati, quelli che non vogliono rompere definitivamente con il Pdl, siano tanti e tutti ben disposti a rientrare nei ranghi. Sui mezzi per convincerli a tornare, Berlusconi ha taciuto ma, per grandi linee, si possono facilmente intuire. Lontana da Silvio mille miglia una adesione su base ideale, con ogni probabilità i suoi maggiordomi punteranno su qualcosa di decisamente “materiale”, in primis la riconferma nel ruolo di deputato o senatore con tutti i privilegi antistorici da “casta” che si portano appresso. A questo potrebbero far seguito inviti periodici nelle sue ville, castelli, dependance e pied-à-terre, visite guidate negli studi Mediaset, la partecipazione a fiction e film Medusa di amanti, figli, fratelli e cognati disperati, la pubblicazione di un libro qualsiasi con Mondadori, l’inserimento nelle liste degli eletti per i grandi appalti, un giro turistico nella caserma della Guardia di Finanza all’Aquila e 15 giorni di soggiorno (vita natural durante), nell’hotel a 5 stelle della Maddalena. Ovviamente il ritorno, che dovrebbe essere effettuato indossando il saio penitenziale o il cilicio come Paola Binetti, sarà premiato con seratine al “Salaria Village” per una serie completa di massaggi, e con cure termali a Villa Certosa, quelle che tanto hanno giovato a Topolanek. Alle profferte del presidente del Consiglio, ha provveduto a rispondere Italo Bocchino (uno degli incubi peggiori, insieme alla magistratura milanese, del Capo). L’occhialuto Italuccio, che sembra essere uscito dalla saga di Harry Potter, ha mandato a dire a Silvio che “siamo tutti moderati ma non smemorati: vi è stata una espulsione politica del Presidente Fini dal Pdl. Se Berlusconi vuol far prevalere la moderazione bisogna ripartire dal giorno prima dell'Ufficio di Presidenza e recuperare quella compatibilità che lui stesso ha messo in discussione”. Amen. O Berlusconi preme il tasto rewind della sua corsa sfrenata all’assolutismo o non se ne fa niente. Intanto l’estremamente fantasiosa ricostruzione del Giornale sulla casa ex-An di Montecarlo, comincia a perdere i primi pezzi. I cacciatori di teste di Feltri hanno infatti intervistato un signore, tal ingegnere Giorgio Mereto che, secondo il giornalista, avrebbe visto Fini e la Tulliani a Montecarlo lo scorso Natale. L’ingegner Mereto, dopo aver letto la “sua” intervista sul Giornale, ha deciso di querelare la testata, il giornalista intervistatore e Vittorio Feltri. E mentre Feltri conferma punto per punto quanto riportato nell’articolo (lo aveva fatto anche per il falso dossier su Boffo), Ghedini sta facendo i conti di quanto costerà al suo Capo l’ennesimo capolavoro informativo del Vittorio nazionale. Le “colombe” del Pdl vorrebbero, a questo punto, che il tutto si ricomponesse, che la querelle fra Berlusconi e Fini assumesse i toni del dissenso e non del disprezzo, ma la schizofrenia del Capo e il suo egocentrismo, non gli consentono proprio di rasserenare i rapporti anzi, se da una parte sembra muovere un passo verso la conciliazione, dall’altra il solo vedersi di fronte le facce di Bocchino e Granata, lo fa imbestialire. Chi gode come un porco di quello che sta accadendo è Umberto Bossi detto “l a-cefalo”. Immortalato in una foto fra Giulio Tremonti e il gongolante Calderoli, Umberto ha detto. “Il Pd e Fini hanno una paura boia delle elezioni. I grandi numeri per governare li hanno il Pdl e la Lega”. Come dire: “fatece largo”.
Magazine Politica
Un finiano a testa. Parte la caccia all’uomo.
Creato il 19 agosto 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Il compito assegnato da Berlusconi ai dirigenti del Pdl è chiaro: riportare a “casa” (delle libertà) almeno un finiano a testa, una classica manovra da operatore di mercato azionario, un pacchetto e via o in stile Giulio Cesare quando combatteva Vercingetorige, un gallo a testa. Berlusconi è convinto che i finiani moderati, quelli che non vogliono rompere definitivamente con il Pdl, siano tanti e tutti ben disposti a rientrare nei ranghi. Sui mezzi per convincerli a tornare, Berlusconi ha taciuto ma, per grandi linee, si possono facilmente intuire. Lontana da Silvio mille miglia una adesione su base ideale, con ogni probabilità i suoi maggiordomi punteranno su qualcosa di decisamente “materiale”, in primis la riconferma nel ruolo di deputato o senatore con tutti i privilegi antistorici da “casta” che si portano appresso. A questo potrebbero far seguito inviti periodici nelle sue ville, castelli, dependance e pied-à-terre, visite guidate negli studi Mediaset, la partecipazione a fiction e film Medusa di amanti, figli, fratelli e cognati disperati, la pubblicazione di un libro qualsiasi con Mondadori, l’inserimento nelle liste degli eletti per i grandi appalti, un giro turistico nella caserma della Guardia di Finanza all’Aquila e 15 giorni di soggiorno (vita natural durante), nell’hotel a 5 stelle della Maddalena. Ovviamente il ritorno, che dovrebbe essere effettuato indossando il saio penitenziale o il cilicio come Paola Binetti, sarà premiato con seratine al “Salaria Village” per una serie completa di massaggi, e con cure termali a Villa Certosa, quelle che tanto hanno giovato a Topolanek. Alle profferte del presidente del Consiglio, ha provveduto a rispondere Italo Bocchino (uno degli incubi peggiori, insieme alla magistratura milanese, del Capo). L’occhialuto Italuccio, che sembra essere uscito dalla saga di Harry Potter, ha mandato a dire a Silvio che “siamo tutti moderati ma non smemorati: vi è stata una espulsione politica del Presidente Fini dal Pdl. Se Berlusconi vuol far prevalere la moderazione bisogna ripartire dal giorno prima dell'Ufficio di Presidenza e recuperare quella compatibilità che lui stesso ha messo in discussione”. Amen. O Berlusconi preme il tasto rewind della sua corsa sfrenata all’assolutismo o non se ne fa niente. Intanto l’estremamente fantasiosa ricostruzione del Giornale sulla casa ex-An di Montecarlo, comincia a perdere i primi pezzi. I cacciatori di teste di Feltri hanno infatti intervistato un signore, tal ingegnere Giorgio Mereto che, secondo il giornalista, avrebbe visto Fini e la Tulliani a Montecarlo lo scorso Natale. L’ingegner Mereto, dopo aver letto la “sua” intervista sul Giornale, ha deciso di querelare la testata, il giornalista intervistatore e Vittorio Feltri. E mentre Feltri conferma punto per punto quanto riportato nell’articolo (lo aveva fatto anche per il falso dossier su Boffo), Ghedini sta facendo i conti di quanto costerà al suo Capo l’ennesimo capolavoro informativo del Vittorio nazionale. Le “colombe” del Pdl vorrebbero, a questo punto, che il tutto si ricomponesse, che la querelle fra Berlusconi e Fini assumesse i toni del dissenso e non del disprezzo, ma la schizofrenia del Capo e il suo egocentrismo, non gli consentono proprio di rasserenare i rapporti anzi, se da una parte sembra muovere un passo verso la conciliazione, dall’altra il solo vedersi di fronte le facce di Bocchino e Granata, lo fa imbestialire. Chi gode come un porco di quello che sta accadendo è Umberto Bossi detto “l a-cefalo”. Immortalato in una foto fra Giulio Tremonti e il gongolante Calderoli, Umberto ha detto. “Il Pd e Fini hanno una paura boia delle elezioni. I grandi numeri per governare li hanno il Pdl e la Lega”. Come dire: “fatece largo”.
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