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Un fiore di torchio per Luigi Cannone

Da Narcyso

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Nella semplicità della nominazione, che è il risultato di un lungo lavoro sullo sguardo e sul silenzio che il poeta ha lentamente sperimentato, rimane il compito della poesia: essa riproduce l’antinomicità del reale, non fa sconti, è tensione e dramma; ma proprio come quella realtà, la poesia è anche composizione e unità della molteplicità. Essa resta tra le cose come una di loro e, come una di loro, è in grado di sentirsi anche tutte le altre, quasi in modo sfrontato, non affermando altro che la vita, quelle poche manciate di terra dentro cui facciamo l’esperienza del limite e del desiderio del suo superamento e che sono il paese vero che la vita ci ha regalato.

dalla presentazione di Corrado Bagnoli

*
Sto per manciate di terra

A queste scale corrose,

gli occhi bene aperti

e ignorando, sì ignorando la morte.

Per questo sono,

Attaccato ad un barlume che intuisco

e che accade qui intorno in polvere e parole.

Per questo torno in mezzo a tanto rumore

e per sapermi eterno.

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