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Un fratello cosmico per il nostro Sole

Creato il 11 maggio 2014 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

HD162826 fratello solare

Credit: Ivan Ramirez/Tim Jones/McDonald Observatory

Un team di ricercatori guidato dall'astronomo Ivan Ramirez dell'Università del Texas, ad Austin, ha identificato il primo "fratello" del nostro Sole, una stella che quasi certamente è nata dalla stessa nube di gas e polveri.

Il nuovo studio verrà pubblicato sul numero del 1 giugno della rivista The Astrophysical Journal.

ELEMENTAL ABUNDANCES OF SOLAR SIBLING CANDIDATES [abstract]

Dynamical information along with survey data on metallicity and in some cases age have been used recently by some authors to search for candidates of stars that were born in the cluster where the Sun formed.

We have acquired high resolution, high signal-to-noise ratio spectra for 30 of these objects to determine, using detailed elemental abundance analysis, if they could be true solar siblings.
Only two of the candidates are found to have solar chemical composition. Updated modeling of the stars’ past orbits in a realistic Galactic potential reveals that one of them, HD 162826, satisfies both chemical and dynamical conditions for being a sibling of the Sun.

Measurements of rare-element abundances for this star further confirm its solar composition, with the only possible exception of Sm. Analysis of long-term high-precision radial velocity data rules out the presence of hot Jupiters and confirms that this star is not in a binary system.

We find that chemical tagging does not necessarily benefit from studying as many elements as possible, but instead from identifying and carefully measuring the abundances of those elements which show large star-to-star scatter at a given metallicity.

Future searches employing data products from ongoing massive astrometric and spectroscopic surveys can be optimized by acknowledging this fact.

"Vogliamo sapere dove siamo nati", ha detto Ramirez. "Se riusciamo a capire in quale parte della Galassia si è formato il Sole, siamo in grado di limitare le condizioni nel Sistema Solare primordiale. Questo potrebbe aiutarci a capire perché siamo qui".

Inoltre, vi è una possibilità, "piccola ma non pari a zero", sottolinea Ramirez e cioè che questi fratelli del Sole possano avere sistemi di pianeti in grado di ospitare la vita.
Nei primi giorni di formazione all'interno della loro famiglia, le collisioni avrebbero potuto catapultare frammenti attraverso i Sistemi Solari, materiale che potrebbe aver originato altri pianeti e la vita sulla Terra.
"Questo è un buon motivo per sostenere che i fratelli solari possono essere candidati chiave nella ricerca di vita extraterrestre", ha detto Ramirez.

La stella identificata dal team si chiama HD 162826 ed è un 15 per cento più massiccia del Sole.
Si trova a 110 anni luce di distanza nella costellazione di Ercole.
La stella non è visibile ad occhio nudo ma può essere facilmente identificata con un binocolo di bassa potenza, non lontano dalla luminosa Vega.

HD 162826 è stato identificato tra 30 candidati selezionati tra le diverse osservazioni a livello mondiale.
La squadra ha studiato 23 di queste stelle in profondità con il Harlan J. Smith Telescope at McDonald Observatory e, le restanti, visibili solo dall'emisfero meridionale, con il Clay Magellan Telescope a Las Campanas Observatory in Cile.
Ramirez, non solo ha utilizzato una spettroscopia ad alta risoluzione per le analisi chimiche, ma ha studiato le orbite e il percorso delle stelle all'interno della Via Lattea.

Nessuno ancora sa se questa stella ospita pianeti adatti alla vita ma, oltre 15 anni di osserrvazioni, tenderebbero ad escludere la presenza di gioviano caldi, lasciando aperta ancora la possibilità per pianeti delle dimensioni della Terra.

L'individuazione di un unico fratello solare è intrigante ma Ramirez ha in programma di creare una vera e propria tabella di marcia per individuare altri fratelli del nostro Sole.
Sicuramente saranno di aiuto i dati che arriveranno prossimamente da altre missioni, come Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea ESA, che consentirà di creare la più grande e precisa mappa 3D della nostra Galassia.


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