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Un fumetto sul killer amianto

Da Brunougolini
Un fumetto sul killer amianto
E’ il disegno di una lastra. Rappresenta i polmoni di una donna. Coperti da uno strato bianco. E’ amianto. La donna è Maria Rosa Pavesi colpita da “mesotelioma maligno”. Inizia così un singolare libro a fumetti “Eternit, dissolvenza in bianco”, a cura di Gea Ferraris e Assunta Prato (Ediesse). Un’iniziativa editoriale che si aggiunge e si integra con altre. Basti ricordare “Casale Monferrato, la polvere che uccide” di Guido Iocca (Ediesse) o “La lana della salamandra” di Giampiero Rossi (Ediesse).
Questa volta il racconto comunica ancora più intense emozioni, attraverso il realismo dei fumetti. Quasi come assistere a un film in bianco e nero. Le protagoniste, i protagonisti, sono le lavoratrici e i lavoratori della multinazionale Eternit. Molti rimasti vittime del velenoso processo produttivo. Gente che aveva considerato la grande fabbrica di Casale come un posto fisso sicuro. A un certo punto, messi di fronte al dilemma: o la salute, la vita o una certa busta paga. Erano i tempi in cui nel movimento sindacale italiano prendeva spazio lo slogan “La salute non si vende”.
Così le immagini del libro descrivono la lenta presa di coscienza, i diversi reparti più o meno pericolosi (con quello denominato “Kremlino” riservato ai sindacalisti rossi), le “indennità” concesse agli operai compreso un litro d’olio mensile, la sequela delle vittime, le difficili contese anche con l’Inail. Fino allo smantellamento dell’azienda, la legge anti-amianto, il lungo processo torinese che dovrebbe concludersi proprio in questi giorni.
Una vicenda orribile che richiama l’attenzione sul tema della modernità, della crescita a ogni costo. Perché l’amianto è considerato un materiale decisivo, utile per la “ricchezza” del mondo umano. Così l’obiettivo della sua eliminazione totale non è stato ancora raggiunto. Leggiamo nel libro di Iocca che sono previsti, secondo autorevoli tecnici, 500 mila decessi nei primi 30 anni del duemila, nella sola Europa occidentale.
Una strage continua e una “bonifica” dei territori inquinati non ancora conclusa. Nemmeno a Casale Monferrato. E’ come se la terra fosse disseminata di tante navi Concordia inabissate, imposte dalla legge del profitto. Senza contare che ci sarebbe bisogno (come spiega una psicanalista interrogata da Iocca) anche di una bonifica “emotiva”. Per coloro che tentano di curarsi e per i loro familiari annichiliti dal dolore. Come Romana Blasotti Pavesi, la madre di Maria Rosa, prima protagonista del libro a fumetti. Lei, Romana, oltre la figlia ha perso il marito, la sorella, il nipote, la cugina. Una famiglia distrutta. E’ rimasta lei che oggi presiede l’associazione dei familiari delle vittime. Non vuole vendette ma giustizia.

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