Ha cominciato col solito ritornello: la struttura istituzionale del paese è tutta da buttare: la Costituzione, il Quirinale, la Consulta, il Parlamento, gli ex alleati Fini e Casini e l’opposizione. Tutto al macero secondo lui.
Poi ha espresso quali sono i segreti per avere successo: “fare i complimenti”, “avere il sole in tasca” , “avere una barzelletta sempre pronta” e coltivare “tanti sogni”. Questi sono i valori di Berlusconi, assomigliano come una goccia d’acqua a quanto ha promesso a Lampedusa: campi da golf, casinò, paradiso in terra, ville meravigliose, sogni, appunto.
Il cavaliere ha elargito, abbondantemente, le sue solite eleganti “carinerie”, per ogni premiato. Una frase di circostanza. Ma anziché parole di apprezzamento o di auguri per una buona carriera futura, ha semplicemente fissato la sua attenzione sugli aspetti fisici esteriori dei premiati.
Ad uno stempiato ha detto che gli avrebbe dato l’indirizzo del suo medico, ad uno con la barba ha detto che la barba serve per nascondere un brutto mento, ad un altro che aveva scarpe marroni ha detto che non si portano col vestito blu (forse quello studente aveva solo quel paio di scarpe, ma quel pensiero non l’ha sfiorato). Due belle ragazze, malignamente guardate con occhio maschilista, le ha invitate al bunga bunga di Arcore.
Le ragazze, imbarazzate, hanno appena abbozzato un sorriso di circostanza. Mi sarebbe piaciuto moltissimo che, almeno una delle due, avesse risposto al cavaliere buffone che lei non era disposta a vendere la sua dignità di donna, a nessun prezzo.
Un bella sberla verbale ed una risposta adeguata ci sarebbe stata bene al maschilista premier maleducato, che giudica le donne solo dal loro aspetto.
Nulla di positivo è stato detto a questi giovani sul loro futuro di bravi lavoratori, ricercatori, nessun invito a farsi onore e ad onorare il nostro paese con la loro scienza e sapienza. Alle due ragazze è stato prospettato, addirittura, un futuro da puttane.
Non si era mai visto una cerimonia tanto miserevole, così poco allegra, con un pubblico piuttosto gelido, nonostante che il cerimoniere si sbracciasse, scompostamente, a raccontasse barzellette e cercasse di far ridere. Un burattino, non un premier.
Che cosa esprime questo modo di fare del cavaliere? Maschilismo, incapacità di comprendere le difficoltà dei giovani, un vecchio populismo del novecento, in stile padronale.
Si è visto un premier scadente, vecchio, ripetitivo, poco attraente, non istituzionale, che sa esprimere solo un passato che dovrebbe essere passato, da tempo.
La Costituzione, quella che lui vorrebbe buttare perchè vecchia, è migliaia di passi avanti a lui, al suo modo di pensare e alla sua politica incentrata solo sulla sua persona. Il Bene Comune non sa cosa sia.