Gli hanno sbattuto le porte dell’inferno in faccia e al purgatorio gli hanno detto :« Qui non c’è posto per uno come te. Non mi è mai capitato di vedere una simil cosa. Ora, vedi, zoppicando e cantando oh bella ciao, oh bella ciao, sta venendo verso di noi. Tu che dici, oh Dante, sospiro dei miei sospiri?».
Dante guatolla sul suo bell’ aspetto e scotendo il capo con un sorriso amaro: « Avean ragione i nostri avi allor che sputar dovettero la sentenza dicendo che curiosità è solo donna. Comunque, al mio amor mai negato, a dare una risposta mi sento obbligato.».
- È un genovese di una stirpe antica
- È un tirchio di quelli di razza pura?
- Oh, Beatrice, che t’importa non c’è qui denaro in circolazione, né banche, né usurpazione, chi viene in questo mondo ha gia lasciato sia tesori che disperazione. Orben ti dico che si chiama Gallo, un prete che cavoli suoi non fece mai, per questo scomodo era a quella gerarchia che pensa di salvarsi l’anima col rosario dell’ave Maria.
- Allor, son cavoli suoi , mo che s’appresta a veder Pietro che di tutt’a gerarchia è il santo patrono. Secondo me lo manda indietro castigato nell’inferno per starci oggi e sempre e per l’eterno.
- Non t’offender, ma hai un cervello di gallina. Là dove si pena, i dannati non lo vuol nessuno.
- E perché?
- Gli ha fatto un bel dispetto, a donne del piacere, trans e diverse ha dato un biglietto per entrare diritto in paradiso, tanto che Lxsuria l’ha ringraziato: “Ci hai fatto sentire creature di Dio.” Tutta gente insomma che avrebbe rinfrescato l’anime dannate e purganti.
- Dimmi, oh Dante, perché porta il colbacco ?
- Lui dice che “nella Chiesa,purtroppo,è ancora inverno e nella nostra società è notte”.
Pietro sen stava dietro il cancello con le chiavi in mano e tutte desolato come avesse vergogna d’incontrare il prete mite e ribelle al punto di sentirsi rabbrividir tutta la pelle.
- oh quante schiere di angeli e serafini sono proni e non sono né nichini, né grillini ad aspettar il nuovo arrivato.
- Ehhh! Non ti curar di loro ma guarda e passa .
Pietro da dietro il cancello guardollo da capo in fondo. «È stato lungo il tuo cammino, oh prete scomodo, oh prete di strada, come ti chiami?» Si tolse il colbacco e lo strinse in una mano, poi sputò l’ultimo mozzone di sigaro toscano e non spavaldo ma con un sorriso umano, disse: «Sono il presbitero Andrea ma tutti mi chiamano don Gallo.». Nella mente di Pietro rimbombarono le parole del Cristo :« Al canto del gallo mi avrai rinnegato tre volte». Tese le mani ad Andrea : « Vieni , mi ha parlato male di te la sacra gerarchia, ma non c’è peccato più grave del tradimento. Il Maestro che ho rinnegato per ben tre volte, non mi ha mandato via, anzi su questa pietra ha costruito la sua Chiesa. Tu, non hai rinnegato, e lo so bene perché da quassù io guardo e ascolto tutto quello che succede e si dice laggiù. Tu hai detto : «Il cristiano non è mai contro, è con gli uomini di tutto il mondo», ed è vero. Hai detto pure : «La Chiesa non ha nulla da spartire col potere». Parole sante tanto che io con Nerone passai i guai miei. Ho gradito la tua confessione: «Io sono un prete ma prima di tutto appartengo alla razza umana.». Il Figlio di Dio è sceso dal cielo per farsi umano! Non ti hanno ascoltato nemmeno quando hai precisato : «Se uno non è sobrio, è un ladro»: si sarebbero svuotate le patrie galere oggi chiamate palazzi del pubblico potere. Un abbraccio caloroso sulla soglia del paradiso, mentre il coro degli angeli intonava Oh bella ciao, oh bella ciao! E’ questo il fiore del partigiano morto per la libertà.