19 agosto 2011 admin Consigli, Piante, Salute, Sapienza antica
Cristina Borghi è un medico che, dopo 30 anni di attività nell’ industria farmaceutica, è approdata allo studio dei giardini nei luoghi di cura e che ha pubblicato di recente Un giardino per star bene.
«Il giardino è un complemento della terapia. È una cornice meditativa: trasmette pace, è luminoso, non c’ è inquinamento. La sua frequentazione può aiutarci a convivere con gran parte delle malattie che la medicina convenzionale non riesce ancora a curare da deficit del sistema immunocompetente, psichiatriche e neurologiche, a diminuire l’ incidenza e la severità e può allentare le malattie tipiche del benessere cardiovascolari, metaboliche e osteoarticolari». Ma il giardinaggio non dà benefici soltanto ai malati o alle persone anziane: «È un toccasana per chiunque. Sono sufficienti 20 minuti al giorno per staccare la spina, abbandonare l’ attenzione dello scopo e raggiungere quella del ristoro. Così aumentano i pensieri positivi e si recupera il controllo sulla propria vita». A ciascuno il suo colore Il rischio di vivere in una città moderna? È «patire per l’ astinenza di bellezza naturale» secondo Donald Norfolk, osteopata londinese di fama mondiale.
«Perché il giardino ha il potere maieutico di tirare fuori il meglio dalle persone, mentre, il brutto le avvilisce – ricorda Borghi – La bellezza è fatta di colori, di profumi, di osservazione degli animali e anche del costruito se armonico. Nella natura ogni cosa è al suo posto: si è accolti in un ambiente confortevole che non giudica e non ci ferisce». La vista gode dei colori: «Il bianco è fondamentale per chi torna a casa la sera, perché è l’ unico colore che si percepisce. I fiori blu distendono chi è stressato, insonne, quelli gialli danno energia a chi è sfibrato dalla malattia, infondono vigore e la volontà del sole. Il rosso attiva l’ ottimismo nella depressione, è fonte di pensieri positivi».
Fonte Corriere della Sera