Un telescopio da Terra con un “occhio” di 60 metri di diametro. Sarebbe l’intento svelato dal rettore dell’Università Statale di Mosca, Viktor Sadovnichy. Questo gigante dell’astronomia, al cui confronto tutti i più grandi telescopi presenti e futuri, compreso l’E-ELT (European – Extremely Large Telescope) dell’ESO prossimo alla costruzione, impalliderebbero, secondo quanto riportato da Physicsworld.com,potrebbe essere costruito sulle Isole Canarie, in collaborazione con Spagna, Svizzera e Germania.
Vera o meno che sia la notizia, questa ha scatenato un dibattito all’interno della comunità scientifica russa. “Gli astronomi sono sempre felici di avere un nuovo strumento e saranno sempre capaci di farne uso adeguato, perché ci sono un sacco di oggetti là fuori da guardare”, dice Sergei Popov dell’Istituto Sternberg Astronomical a Mosca. Tuttavia per Popov bisogna considerare se sia l’opzione migliore per l’astronomia russa. Dal 2006 infatti in Russia si discute se aderire o meno all’ESO, lo European Southern Observatory. Come stato membro, la Russia e, in particolare i suoi astronomi, avrebbero accesso ai vari telescopi che fanno capo all’organizzazione europea per l’astronomia, tra cui il Very Large Telescope ( VLT ) e, in un prossimo futuro, all’E-ELT.
L’adesione all’ESO non è però gratuita. Per la Russia si stima un costo di 130 milioni di Euro per unirsi ad ESO, più un contributo annuale di 13 milioni di Euro. E così mentre il governo russo sta riflettendo se stanziare i fondi necessari, c’è chi ritiene che sia meglio usare quei fondi per una struttura propria: “L’idea è quella di lasciare i soldi in casa e utilizzarli per costruire un grande telescopio nelle Isole Canarie”, dice il direttore del Laboratorio di Monitoraggio Spaziale dell’Università di Mosca, Vladimir Lipunov .
Di diverso avviso Yuri Balega , direttore dell’Osservatorio Astrofisico dell’Accademia Russa delle Scienze: “Tale strumento costerà almeno 2 – 3 miliardi di Euro e ad oggi non abbiamo le tecnologie necessarie, l’ingegnerizzazione e il denaro per avviare un progetto del genere”. “Anche se avessimo tutto quanto occorre in Russia, un tale telescopio sarebbe pronto tra 20-25 anni da oggi”, conclude Balega, per il quale gli astronomi russi farebbero meglio ad accedere agli strumenti di classe mondiale dell’ESO.
Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf