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Un gigante russo da 60 metri?

Creato il 22 aprile 2014 da Media Inaf

eso1150aUn telescopio da Terra con un “occhio” di 60 metri di diametro. Sarebbe l’intento svelato dal rettore dell’Università Statale di Mosca, Viktor Sadovnichy. Questo gigante dell’astronomia, al cui confronto tutti i più grandi telescopi presenti e futuri, compreso l’E-ELT (European – Extremely Large Telescope) dell’ESO prossimo alla costruzione, impalliderebbero, secondo quanto riportato da Physicsworld.com,potrebbe essere costruito sulle Isole Canarie, in collaborazione con Spagna, Svizzera e Germania.

Vera o meno che sia la notizia, questa ha scatenato un dibattito all’interno della comunità scientifica russa. “Gli astronomi sono sempre felici di avere un nuovo strumento e saranno sempre capaci di farne uso adeguato, perché ci sono un sacco di oggetti là fuori da guardare”, dice Sergei Popov dell’Istituto Sternberg Astronomical a Mosca. Tuttavia per Popov bisogna considerare se sia l’opzione migliore per l’astronomia russa. Dal 2006 infatti in Russia si discute se aderire o meno all’ESO, lo European Southern Observatory. Come stato membro, la Russia e, in particolare i suoi astronomi, avrebbero accesso ai vari telescopi che fanno capo all’organizzazione europea per l’astronomia, tra cui il Very Large Telescope ( VLT ) e, in un prossimo futuro, all’E-ELT.

L’adesione all’ESO non è però gratuita. Per la Russia si stima un costo di 130 milioni di Euro per unirsi ad ESO, più un contributo annuale di 13 milioni di Euro. E così mentre il governo russo sta riflettendo se stanziare i fondi necessari, c’è chi ritiene che sia meglio usare quei fondi per una struttura propria: “L’idea è quella di lasciare i soldi in casa e utilizzarli per costruire un grande telescopio nelle Isole Canarie”, dice il direttore del Laboratorio di Monitoraggio Spaziale dell’Università di Mosca, Vladimir Lipunov .

Di diverso avviso Yuri Balega , direttore dell’Osservatorio Astrofisico dell’Accademia Russa delle Scienze: “Tale strumento costerà almeno 2 – 3 miliardi di Euro e ad oggi non abbiamo le tecnologie necessarie, l’ingegnerizzazione e il denaro per avviare un progetto del genere”. “Anche se avessimo tutto quanto occorre in Russia, un tale telescopio sarebbe pronto tra 20-25 anni da oggi”, conclude Balega, per il quale gli astronomi russi farebbero meglio ad accedere agli strumenti di classe mondiale dell’ESO.

Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf


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