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“un giorno al colosseo”, mostra italiana a kalkriese

Creato il 10 luglio 2013 da Postpopuli @PostPopuli

di Mariantonietta Sorrentino

Una porzione di una transenna marmorea, il frammento di balaustra raffigurante una cornucopia e i denti aguzzi di un coccodrillo sono solo due degli straordinari reperti de “Un giorno al Colosseo”, la mostra italiana in allestimento dal 7 giugno e fino al 13 ottobre presso il Museo e Parco archeologico di Kalkriese, in Bassa Sassonia. Sarà un evento itinerante: nei successivi tre anni sarà ospitata in varie sedi museali europee tra le quali Liechtenstein e Francoforte che si raffigurano come le prossime tappe.

Un giorno al Colosseo “UN GIORNO AL COLOSSEO”, MOSTRA ITALIANA A KALKRIESE

foto il messaggero.it

C’è una logica curata per la scelta dei siti che esporranno “Un giorno al Colosseo”; essa risponde a un preciso progetto culturale che è votato al decentramento.

E se sono stati privilegiati luoghi caratterizzati dalla presenza di anfiteatri romani o di siti archeologici legati all’aspetto militare della presenza romana in Europa, la prima sede della mostra, ovvero Kalkriese, è situata in un luogo storico per Roma che subì una debacle: là, durante l’11 settembre del 9 d.C. il generale Publio Quintilio Varo venne sconfitto dalle tribù germaniche. Si è trattata di una delle sconfitte più cocenti inflitte a Roma come racconta sei anni dopo l’accadimento lo storico Tacito. All’epoca vennero fatte a pezzi tre intere legioni e le ossa dei caduti ancora biancheggiavano; tutto intorno giacevano sparse le armi con le carcasse di cavalli e teschi sugli alberi. Tanto memorabile la sconfitta da passare  ala storia con il grido di dolore di Augusto, allora imperatore, verso il generale condottiero: “Varo, restituiscimi le mie legioni!”.

Inaugurata alla presenza del Ministero della Cultura tedesco Bernd Neumann, l’evento è stato organizzato dalla Società Contemporanea Progetti ed Expona in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma.

Al fortunato visitatore la possibilità di una esperienza audio-visiva e fisica a contatto con i materiali, gli odori e i suoni degli spettacoli e della vita sugli spalti dell’Anfiteatro Flavio. Ma non sono presenti solo reperti originali. A chi visita la mostra, verrà riproposta una carrellata di armi e armature, e poi potrà fruire di tecnologie audio-visive, olfattive e tattili che immergeranno nell’atmosfera delle venationes, una forma di divertimento negli anfiteatri romani che implicavano la caccia e l’uccisione di animali selvatici, e dei munera gladiatori, dovuti alla munificenza privata di un individuo, in contrasto con i “giochi”, competizioni sportive o spettacoli sponsorizzati dallo stato.

Premessa della prima sezione de “Un giorno al Colosseo” una sezione introduttiva sull’estensione dell’Impero romano. E subito ci si inoltra nella mostra con il tema dell’anfiteatro. Luogo per antonomasia d’intrattenimento di massa e testimonianza delle grandi capacità architettoniche e ingegneristiche dei Romani, il Colosseo era animato sugli spalti oltre ogni dire e nell’arena dalla presenza di bestie e gladiatori. Questi ultimi rappresentano in toto il tema principale della seconda sezione de  “Un giorno al Colosseo”. Di essi viene illustrata l’esistenza quotidiana, l‘identità, la provenienza, gli allenamenti, i tipi di combattenti e le varie tecniche di combattimento.

Uno spazio è stato dedicato nella terza sezione, che illustra il complesso e lungo lavoro di organizzazione delle manifestazioni anfiteatrali,  sviluppo attraverso i secoli fino alla decadenza della gladiatura nel IV secolo a.C. in Campania.

Con i suoi 500 metri quadrati di allestimento che ospitano le tre sezioni specifiche, l’evento esportato in Germania possiede tutti i numeri per piacere ad un vasto pubblico.



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