4 Novembre 2015: un giorno perfetto direbbero alcuni, un giorno normale direbbero altri. Per me è stato invece un giorno di ordinaria… armonia! Ora ti racconto cos’è successo e perché lo ricordo con molta gioia e consapevolezza, a un mese di distanza.
Il Budo è qualcosa che deve traspirare nel vivere quotidiano: non occorre essere su una spiaggia tropicale con la propria compagna o soli in cima all’Himalaya per sentirsi in pace.
L’ho imparato nell’ultimo decennio e ogni giorno che passa sono sempre più consapevole che fare Budo non significa indossare il budo-gi e salire sul tatami per l’ennesima, pur entusiasmante, lezione o seminario.
Fare Budo significare portare nelle mente e nel cuore le qualità/virtù del Bushido e goderne appieno, sia quando ci troviamo a casa sia quando siamo sul posto di lavoro, quando dormiamo oppure ci facciamo una doccia.
Quel mercoledì d’inizio Novembre è stato per me un vero e proprio sigillo di ciò che l’esistenza mi sta regalando: non credo sia solo questione di fortuna (o destino che dir si voglia) credo fermamente che molte cose me le sia guadagnate dopo anni di sforzi e sacirfici. E le arti marziali del Budo mi hanno aiutato in questa appagante vittoria che ogni giorno posso assaporare, in qualunque momento e in qualunque posto. Ci sono ovviamente i soliti momenti di “peak state” come quelli un po’ più bassi, ma quel giorno tutto è andato meravigliosamente… come doveva andare.
Dopo aver scritto un paio di pagine del mio nuovo libro (che ho in programma di finire entro un anno), ho fatto colazione in compagna di mia moglie e mi sono recato al lavoro. Al mattino vi sono state le solite manfrine da sopportare, alternate a piacevoli momenti di confronto con persone più esperte di me che molto hanno saputo darmi, non solo quel giorno. Le ore sono passate piacevolmente, compresa la pausa pranzo in cui ho scritto un bell’articolo (che uscirà a breve) per BudoBlog, ho risposto a un paio di email contenenti spunti di riflessione mi auguro utili a quei lettori, ho poi sorseggiato un buon caffè macchiato e un ottimo liquore al cioccolato offertomi da un collega.
Il pomeriggio è poi proseguito in armonia fino alle ore 17. Esco dall’ufficio, salgo in macchina e raggiungo le mie dolci bambine a casa dei miei genitori (il mercoledì è dedicato ai loro nonni paterni). Una bella chiacchierata con i miei genitori e poi senza troppa fretta torniamo a casa, per preparare (o meglio solo scaldare) la cena a mia moglie in arrivo dalla lezione settimanale di Yoga. Quante cose quel mercoledì, come tanti altri e che per molte altre persone potrebbe risultare troppo intensi e stressanti… ma non per noi! Gustiamo una deliziosa cena, gioco un po’ con le bimbe e mi preparo per recarmi al dojo. Il mercoledì è anche il mio giorno di lezione nel corso di Aikido. Metto in pigiama Anna ed Elena, che mi riempiono di baci e mi salutano, saluto ovviamente mia moglie e pronti via! Un’oretta e mezza sul tatami dove mi diverto sempre un sacco, anche perché vedo gli altri divertirsi e imparare (come imparo io da loro).
Dulcis in fundo… un paio di fette di torta carote e noci offerte dall’amico e allievo Fabrizio, per il suo compleanno. Torno a casa e, come ogni mercoledì, mia moglie mia aspetta con le bimbe che già dormono beatamente nel loro lettino… di certo non ti racconto il finale di giornata ma mi fermo a dirti che entrambi, nonostante una plausibile stanchezza, abbiamo ancora energia per passare del tempo insieme. Semplicemente perché il nostro amore non conosce orari o fatica…
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