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Un giorno dopo l’altro

Creato il 06 gennaio 2011 da Diarioelettorale

Dice Metilparaben di avere la sensazione che l’Italia sia diventata un pò come quei dischi in vinile di una volta, che a un certo punto, maltrattati e lasciati alla polvere per troppo tempo, una volta messi sul piatto “saltavano”, così il braccetto e la relativa puntina ritornavano ciclicamente qualche solco indietro, ripetendo all’infinito il medesimo “refrain”, con effetti assai sgradevoli ed in qualche caso comici.

Nel caso in cui non l’abbiate notato, negli ultimi mesi le prime pagine dei principali quotidiani italiani sono più o meno sempre uguali: Berlusconi dice che ha la maggioranza e quindi le elezioni non servono, Bossi risponde un giorno che non è vero e l’altro che se lo dice lui allora bisogna fidarsi e comunque staremo a vedere che succede domani, Bersani sottolinea che il governo è ormai alla frutta e che il PD sta per iniziare un’opposizione spietata, Di Pietro denuncia il fatto che il premier è un tiranno della peggiore risma utilizzando qualche colorita metafora, Fini viene accusato di aver fatto qualcosa di orribile e comunque di essere un traditore, Vendola si produce in una complessa narrazione della situazione politica utilizzando una percentuale di parole incomprensibili variabile tra il 40 e il 60% del totale.

Poi, il giorno dopo, la maggioranza di cui parla il Cavaliere ancora non si è capito bene quale sia ma lui insiste a dire che c’è, Bossi risponde l’opposto di quello che ha risposto il giorno prima e comunque staremo a vedere che succede domani, l’opposizione annunciata da Bersani ancora non è iniziata ma ci siamo quasi e allora vedrete di che pasta è fatto il PD, Di Pietro si imbatte in qualche contrattempo col suo partito rivelandosi un satrapo con i suoi più o meno quanto Berlusconi lo è col paese, qualche finiano difende il suo capo dalle nefandezze attribuitegli e ribadisce che comunque loro non hanno tradito nessuno, Vendola precisa il concetto del giorno prima incrementando progressivamente la percentuale di oscurità del lessico e la complessità delle immagini utilizzate.

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