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Un giorno in Questura

Creato il 10 luglio 2014 da Scribacchina

Commissariato Polizia

Ore 8, Commissariato di Polizia. Siedo in sala d’attesa cercando di nascondere una certa agitazione.

A parte me, il portinaio e un telegiornale che riempie l’aria, sembra di stare in un deserto: nessuna traccia di commissari, poliziotti o impiegati qualsiasi.
Mi guardo in giro; l’occhio cade su una bacheca piena di ritagli presi da L’Eco di Bergamo. Parlano di una banda di «Ladri di biciclette», sembra abbiano fatto razzia di centinaia di bici. Un derubato afferma: «A me, rubate 16». Tralasciando il fatto che se uno si tiene in casa 16 bici qualche problemino deve averlo, ripenso con orrore alla deriva della lingua italiana nei titoli dei quotidiani: verbi tranciati, articoli eliminati, complementi oggetto fantasma… In compenso, quando c’è uno scoop di spessore il titolo torna perfettamente leggibile; ecco, proprio come in quest’altro ritaglio di giornale: «Sembrava un superdotato, ma nelle mutande c’era la droga».
Le grandi operazioni del Commissariato del mio paesello.  :-)

***

Mentre aspetto il Commissario o chi per lui, ripenso a ieri sera.
Il commerciale della concessionaria è simpatico, sembra una persona onesta; poi così, di punto in bianco, se ne esce con una domanda che mi fa gelare il sangue nelle vene.

Commerciale: «L’hai portato il Certificato di Proprietà, Scribacchina?»
Scribacchina: «… Come, scusa?»
C: «Sì, il Certificato di Proprietà dell’auto che vuoi demolire; di solito si conserva tra i vari documenti d’acquisto e le polizze dell’assicurazione. L’hai dimenticato a casa?»
S: «No… a me non pare di averlo mai avuto. O forse non ricordo, in fondo è una macchina del secolo scorso: a momenti c’era ancora il Re quando l’ho comprata…»
C: «Ho capito, ma senza quel documento non possiamo procedere»

Corro a casa e frugo ovunque.
Del Certificato di Proprietà nessuna traccia.
Trovo però il preventivo e il contratto d’acquisto (11 milioni e 800mila lire l’ho pagato, quel catorcio! Ed era usatissimo, aveva già tre anni! Ma dove avevo la testa?…). Trovo anche tutti i cedolini dell’assicurazione e i documenti dei due storici incidenti che ho fatto – meglio, che altri hanno fatto con me.
Inizio a perdere ogni speranza.
Controllo anche tra le mie pagelle delle elementari, vai a sapere che sia finito per sbaglio lì dentro. Il Certificato non c’è, ma mi ritaglio una mezz’oretta per leggere cosa dicevano di me le maestre.
Sorrido.
Mi fa tenerezza quella bimba di nove anni; un pochino mi commuovo – ma non ditelo a nessuno :-)
Sembra che fossi «matura, intelligente, tranquilla ed educata, socievole e gentile con i compagni, benvoluta da tutti. E’ molto dotata per il disegno, nel quale supera di molto i suoi compagni. Scrive e si esprime in maniera chiara, comprensibile e corretta, senza fare errori. E’ molto brava nei pensierini scritti, dove rivela il suo carattere osservatore e riflessivo».
Forse potevo avere un futuro come pittrice.
Mi è andata male :-)

Ripongo le pagelle e torna, prepotente, il pensiero di quel maledetto documento. Possibile che io sia l’unica sbadata sulla faccia della terra ad averlo perso?…
Improvvisa, l’illuminazione: volo su Google e cerco «perduto certificato di proprietà dell’automobile». Ci sono centinaia di risultati, migliaia di persone con il mio stesso problema. La soluzione: andare al Commissariato di Polizia e fare la denuncia di smarrimento. Elementare, direi.
Controllo gli orari: ore 8-12.
Domattina sarò lì alle 7.59.

***

Ore 8.20, Commissariato di Polizia. Sono in sala d’attesa e non vola una mosca.
… Ma che diavolo! Alla faccia delle mobilitazioni popolari di qualche mese fa, con cittadini e politici di ogni parte uniti per non farlo chiudere (sì, perché era stata ventilata la possibilità di chiuderlo, questo Commissariato di zona). Venti minuti ad aspettare inutilmente: vergogna!
Giusto il tempo di formulare questi pensieri/stereotipo-dell’-italiano-medio-che-si-lamenta-delle-istituzioni ed ecco avvicinarsi un signore dall’aria gentile e dalla parlata meridionale. Dovrebbe attaccare il turno alle 9, «ma per lei posso fare un’eccezione».

Entro nel suo ufficio e mi sembra di essere catapultata sul set del Commissario Montalbano; manca solo il ventilatore e la calda aria siciliana (per la cronaca: stamattina c’erano 16 gradi. Siamo al 9 luglio, cari soliti lettori).
Spiego il mio problema; fortunatamente, sembra sia una cosa abbastanza comune.

Commissario: «Mi dia la carta d’identità, per favore»
Scribacchina: «Eccola qui»
C: «Oh, vedo che è una vergine: bene! Anch’io sono vergine, gran bel segno»
S: «Se lo dice lei, mi fido: non me ne intendo di astrologia»
C: «Mi può dire la targa dell’auto?»
S: «AT***SW»
C: «Station Wagon, eh?» (capirò la battuta solo un’oretta più tardi…)
S: «Beh, station wagon è un po’ esagerato… Però aveva un bagagliaio più grande di quello di una station, glielo giuro»

***

C: «Ecco qui la sua denuncia di smarrimento, Scribacchina: questo foglio dovrebbe bastare per chiudere la questione»
S: «Non fosse in servizio, le offrirei un caffè per sdebitarmi»
C: «Lasci stare, glielo offrirò io se dovessi capitare al giornale. Piuttosto, si riprenda la sua carta d’identità: non vorrà tornare qui per un’altra denuncia di smarrimento, spero»
S: «No, ho già dato: quello che vede è il duplicato della carta d’identità che ho perso due anni fa».

***

In realtà mi sono accorta di aver perso anche il documento per il rilascio del pass di transito in area ZTL. Eppure, lo giuro, una volta non ero così distratta…


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