Il 9 agosto del 1945, a tre giorni di distanza da Hiroshima, il Giappone subì il secondo attacco nucleare da parte degli Stati Uniti d’America e dei loro alleati. Si era in piena Seconda Guerra Mondiale e dopo la caduta di Germania ed Italia, i nipponici erano rimasti gli ultimi ‘resistenti’ alla vittoria del fronte occidentale.
Il presidente degli Stati Uniti d’America, Harry Truman, che venne a conoscenza dell’esistenza del Progetto Manhattan solo dopo la morte di Franklin D. Roosevelt, decise di utilizzare la nuova bomba sul Giappone. Nelle sue intenzioni dichiarate, il bombardamento doveva determinare una risoluzione rapida della guerra, infliggendo una distruzione totale e infondendo quindi nel governo giapponese il timore di ulteriore distruzione: questo sarebbe stato sufficiente per determinare la resa dell’Impero giapponese
E così fu, prima con Hiroshima e poi, il 9 agosto, con il bombardamento nucleare su Nagasaki. L’obiettivo era chiaro:
Nagasaki rappresentava uno dei più importanti porti del Giappone meridionale, sia a livello bellico che industriale. Le attività che caratterizzavano la città riguardavano principalmente la produzione di munizioni, navi, equipaggiamenti militari e materiali bellici vari. La maggior parte delle case erano costruite con strutture di legno. Anche molti stabilimenti ospitavano alloggi per gli operai fatti di questo materiale, così facilmente infiammabile, tale da far diventare Nagasaki un obiettivo nucleare altamente appetibile.Chi inventò la ‘bomba atomica’:
La bomba atomica e’ il risultato del lavoro di un’equipe di scienziati di altissimo livello, che si trovavano negli Stati Uniti per sfuggire alle leggi razziali. Tra questi, Albert Einstein abbandono’ le iniziali posizioni pacifiste per chiedere al governo americano di impedire la vendita dell’uranio alla Germania. Scrisse cosi’ una lettera al presidente Roosevelt per sollecitarlo a impiegare l’energia nucleare a fini bellici, prima che Hitler potesse fare altrettanto.
Il 13 agosto 1942 inizio’ il lavoro degli scienziati nei laboratori di Los Alamos, nel New Mexico, e prese il nome di Progetto Manhattan. L’equipe era composta da grandi fisici, come Segre’, Fuchs, Oppenheimer, Szilard ed Enrico Fermi.
Questo gruppo di scienziati, lavorando in gran segreto, riusci’ a realizzare l’ordigno in soli 3 anni. Il motivo di tanta rapidita’ era dovuto al timore che la Germania potesse concludere il suo progetto di riarmo nucleare e sganciare la bomba per prima. Lo spirito di cooperazione tra grandi scienziati legati da un destino comune (la persecuzione nazista) fece il resto.
Il 9 agosto, poco dopo le 11, il cacciabombardiere americano sganciò la ‘bomba’, i danni furono incalcolabili, in termini di vite umane:
“Fat Man”, che conteneva circa 6,4 kg di plutonio-239, venne sganciata sulla zona industriale della città. La bomba esplose a circa 470 m d’altezza vicino a fabbriche d’armi; a quasi 4 km a nord-ovest da dove previsto. Questo “sbaglio” salvò gran parte della città, protetta dalle colline circostanti, dato che la bomba cadde nella Valle di Urakami.
Tuttavia il computo delle vittime rimase drammaticamente elevato. Secondo la maggior parte delle valutazioni, circa 40 000 dei 240 000 residenti a Nagasaki vennero uccisi all’istante, e oltre 55 000 rimasero feriti. Il numero totale degli abitanti uccisi viene comunque valutato intorno alle 80 000 persone, incluse le persone esposte alle radiazioni nei mesi seguenti.
Tra le persone presenti a Nagasaki il 9 agosto vi era anche un ristretto numero di sopravvissuti di Hiroshima
L’evento raccontato da Charles W. Sweeney, il militare americano che fisicamente scaricò l’atomica sulla città giapponese e che mai si è pentito di averlo fatto:
<<L’onda d’urto fu più grande di quella di Hiroshima e formava enormi increspature d’aria che facevano sobbalzare in modo pericoloso il mio bombardiere. Era una visione incredibile: la città di Nagasaki aveva un colore giallognolo e mostrava gli effetti della deflagrazione sei miglia sotto di me. In cima alla massa nuvolosa bianca si levava una colonna di fumo nero, che dava vita a una palla di fuoco. Quando mi allontanai, l’ultima cosa che vidi fu un sottile cono di polvere che copriva mezza città. Sulla linea dell’orizzonte era tutto in fiamme. Missione compiuta>>
Obiettivo raggiunto, il giorno dopo il Giappone firmò la resa. La Seconda Guerra Mondiale era finita, il prezzo però era stato altissimo.
Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Bombardamenti_atomici_di_Hiroshima_e_Nagasaki
http://www.internazionale.it/news/giappone/2013/08/09/68-anni-fa-la-bomba-atomica-su-nagasaki/
http://www.secondaguerramondiale.net/guerra/hiroshima-e-nagasaki.htm
http://gipar.altervista.org/nagasaki.html