Le gocce non avevano ancora cominciato a bagnare la città quando è uscito di casa. Sale sul bus completamente fradicio. La gente lo evita come un appestato e lui ci rimane un po’ male. Io e la ragazza al mio fianco gli cediamo parte dei 20cmq conquistati, lui ci ringrazia e prima di sistemarsi, si toglie lo zaino dalle spalle. Cerca di asciugarsi la testa passandosi la mano tra i folti ricci biondi, ma non serve a nulla. Gli offriamo dei fazzolettini e lui accetta ricambiandoci col sorriso disarmante di un pulcino bagnato. Avrà 15 anni o poco più. Nella tasca della felpa ha un libro, anch’esso fradicio di pioggia mattutina. Prova ad aprirlo, ma è troppo bagnato. Ci guarda negli occhi e ci chiede se può usare uno di quei fazzoletti per asciugarlo. “È un regalo”. Tutti e due annuiamo e lo aiutiamo ad aprirne uno. È commovente tanta premura. In piazza Crimea, la ragazza ci saluta e scende dal 52. Io la seguo la fermata dopo. Lascio il giovane lettore, ancora intento a preservare il prezioso dono. Un giorno sarai un posto bellissimo di Corrado Fortuna.
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