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Un giorno speciale

Creato il 28 aprile 2013 da Ussy77 @xunpugnodifilm

un-giorno-speciale-poster-italiaPiatto e monocorde. La Comencini banalizza i giovani d’oggi

Francesca Comencini inquadra i giovani d’oggi. Un giorno speciale (2012) rivela di avere un obiettivo “stretto” e stereotipato.

Roma. Periferia. Un mattino come tanti Gina si sveglia e viene aiutata dalla madre a vestirsi. Il vestito è bello ed è perfetto per un’occasione speciale. Viene a prenderla una macchina lussuosa e alla guida c’è Marco, giovane romano al suo primo giorno di lavoro. Dovrà accompagnarla a un appuntamento con l’onorevole Balestra.

Rapporto a due. Gina è ambiziosa e vuole fare l’attrice. Marco è il suo autista. È un ragazzo di periferia, ben vestito e dalle piccole aspirazioni. Eccoli qua i giovani d’oggi. Due personaggi che si confrontano in un giorno speciale per lei e per lui. Lei deve incontrare un onorevole, che può aprirgli le porte dello spettacolo, mentre lui si prodiga per essere perfetto, per non combinare disastri. Il rapporto si sviluppa e si rinsalda, tra le vie di Roma. Si entra e si esce dai Fori imperiali e da un negozio lussuoso, passando attraverso un bowling di periferia. Ma non solo: i cliché, le stereotipie si accavallano (per essere ricchi bisogna essere stronzi), eppure un velo di verosimiglianza si staglia nella pellicola. L’incontro con l’onorevole ha un solo obiettivo e la Comencini non fa nulla per nasconderlo. Anzi è talmente evidente che fa perdere il senso di quella giornata speciale, nella quale entrambi i personaggi vivono sì un’evoluzione personale, ma profondamente sterile. Tuttavia se Un giorno speciale parte con il freno a mano tirato, sotto-ritmo, denotando due interpretazioni attorali superficiali e poco caratterizzate, nella seconda parte cambia la chiave di lettura, si modifica il registro e la pellicola diviene più introspettiva. Nonostante questo Scicchitano (bravo esordiente in Scialla! (2011) e Giulia Valentini non riescono a essere sufficientemente efficaci e la pellicola si sofferma esclusivamente su sguardi languidi in favore di camera, frasi a effetto, baci e carezze immortalati da una macchina da presa oppressiva. Ed è nelle pieghe di questi dettagli che lo sviluppo narrativo lascia spazio alla vergogna e al risentimento. Proprio quelle sensazioni che si disegnano sul volto della madre di Gina che la veste e la consiglia a inizio film. Un rito d’iniziazione ignobile, un punto di partenza che culmina nella prosecuzione di un percorso verso gli inferi, che Gina percorrerà insieme al suo inconsapevole Caronte.

Un giorno speciale fotografa la gioventù. Tuttavia la fotografia è sbiadita, tende a generalizzare e non rende giustizia a una generazione, che non necessariamente piega la propria immagine (carina) a compromessi vergognosi.

Uscita al cinema: 4 ottobre 2012

Voto: **


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