Un giorno un profeta mi disse:
“Alla fine dei tempi due soli uomini con le loro legioni si combatteranno per governare.
Un cavaliere e un ex-magistrato saranno, entrambi trascinatori di popolo. Il primo, macchiato di corruzione e ruberia, convincerà con straordinaria carriera e carismatiche parole; il secondo, fallace nel dire, claudicante all’orazione, troverà consenso con retto e onesto costume. La virtù dell’uno, la pecca dell’altro.
Dopo scontri inenarrabili gli eterni rivali si accorderanno per porre fine al conflitto estenuante dei propri eserciti. Come Paride e Menelao, da soli si affronteranno in singolar tenzone: l’un contro l’altro fino all’ultimo sangue.
Il premio del vittorioso non sarà Elena, la più bella tra le donne, ma altrettanto voluttuosa e volubile fanciulla: Italia, il dolce nome.
Ecco li scorgo su carsico altopiano, frustato da gelido vento di pioggia che scroscia in ruscelli e corrode le rocce.
Strappate di dosso giacca, cravatta e camicia, i due si fronteggiano come eroici guerrieri, mostrando nudo all’altro, il petto. Nobilmente si battono, all’arma bianca: in mano soltanto l’elsa di una spada.
Nel diamante scolpita, preziosa d’ori e lapislazzuli l’una, nel duro ferro forgiata e temprata da abile sapienza di fabbro l’altra.
Si scagliano brutali le lame sulla pelle altrui, e lo fanno accanite, ancora e ancora. Mai colgon la carne: cozzano invece l’un contro l’altra tra grande stridio di scintille.
Ormai allo stremo i rivali si scrutano ansimanti. Al minimo fallo dell’uno seguirà affondo mortale dell’altro.
Ma gli Dei, finora silenti, mostreranno potente la loro presenza.
Squarcia le nubi un fulmine. Piomba fatale su entrambi, schiacciandoli genuflessi al nudo suolo.
Ma Thanatos attenderà. Per leggendaria tenacia illustri, i due sopravvivranno.
Tramortiti ma intatti, si sveglieranno trasformati.
Il magistrato diventerà forte nel dire come già era onesto nel fare. Fortuna volle per lui grande destino: concluse la vita da grande statista.
Il cavaliere diventerà onesto nel dire come già era forte nel fare. Fortuna volle per lui grande destino: concluse la vita in carcere, da grande pentito.”
Poi mi svegliai, con un gran mal di testa.
P.S. Riferimenti a fatti e persone esistenti sono puramente casuali