Quindi sole, caldo e cielo blu: tranne ovviamente, come da rito, il giorno della sfilata.
Ed è da qui che comincio a parlare, proprio da qui.
Tante volte ultimamente mi ritrovo a fermarmi e pensare se questa vita così frenetica – di giorno immersa nella moda, di sera con le mani tra pasta, farina e uova – non sia troppo frenetica. Mi lascia poco tempo per me, faccio promesse di seguire regole di vita sana – letto presto, letture, yoga – e poi mi ritrovo a finire di infornare madeleines alle tre del mattino, per poi correre in ufficio poche ore dopo.
Eppure, la mia risposta, è sempre si.
Perché quell’emozione, quell’adrenalina, che ti prende le budella e te le attorciglia, quando al mattino entri all’ Opera Garnier e ti prende il fiato, salendo per il cuore e passando per la gola…ecco quella sensazione che fa un po’ tremare la voce, che ti fa sentire fiera e rende orgogliosa la tua famiglia. E poi la magia…quando sta per partire lo show, che le cravat rouge corrono a dirti di far sedere tutti – si sta per cominciare. E allora tu ti siedi, trattieni il respiro, la musica parte e le modelle cominciano a fluttuare in quei meravigliosi abiti, tra chiffon e sete stampate, maglierie e cotoni, e tu vorresti subito correre in backstage e indossare quelle creazioni da favola, guardando con ammirazione queste donne stupende che sono le modelle e sono così belle e perfette, così eleganti che ti chiedi se effettivamente siano umane oppure solo creature speciali inviate da chissà quale pianeta disperso nell’universo.
E poi c’è Stella: che ha un’energia incredibile, che rende poetico il quotidiano e rende l’inusitato un po’ speciale. Credo che effettivamente lei sia l’unica che riesca a trasformare l’alta moda e renderla così appetibile, facendo abiti che riescono a vestire chiunque, dal mattino alla sera, cambiando solo un accessorio o una scarpa. C’e Stella che ha 4 bellissimi bimbi che al mattino della sfilata si siedono con lei, tra un sound check e una manina arrotolata tra i capelli della loro mamma, che non smette un attimo, nonostante sia quel momento il più importante della carriera, di coccolarli e sorridere.
Sono innamorata di queste stampe, di questa leggerezza e di questo carattere che è riuscita a tramutare in abitini desiderabili nello stesso momento in cui si vedono sfilare per la prima volta. E’ geniale.
E poi: siamo andati al Crazy Horse.
Per la prima volta in vita mia, siamo stati a vedere questo incredibile spettacolo. Mi sentivo un po’ come in un film di Woody Allen, catapultata in un’altra era. Un grandioso momento, la femmina esaltata e sottolineata in ogni sfumatura. Poi: le scarpe di Laboutin, le 25 tonalità di rossetto rosso usato dalle ballerine. Il corpo perfetto e statuario di quelle bellissime ragazze. La musica. Lo champagne sul tavolo e il pum quando si stappava, tra risate e applausi. Le poltroncine in velluto. Tutto. le luci: soffuse quanto bastava, velate quanto la delicatezza del corpo nudo potesse trovare conforto nelle ombre.
Geniale. Anche qui, l’unica parola che mi viene in mente.
Sono stata a mangiare da Liza, un piccolo ristorante libanese nel secondo arrondisment. Taboulè alla menta, falafel croccanti e salse di yogurt, moussaka. Chablis a fiumi.
E poi come da tradizione parigina, la mia cena preferita da Petit Marchè, con il mio menù adorato e sognato, che bramo ogni volta che mi manca Parigi: gamberi croccanti, millefoglie di tonno, ceviche di orata, Kyr Royale.
Amo questo posto. Moltissimo, è il mio must go parisienne.
La croccantezza della pasta fillo, la morbidezza del gambero appena scottato. La salsa agrodolce, versione chic di quella dei ristoranti cinesi. Il coriandolo fresco. La rue del ristorante, accanto a Place des Vosges, la piazza più romantica di Parigi. il Kyr Royale, così genialmente rosa, così genuinamente fresco.
Credo che il Kyr Royale sia come le olive e l’acqua: ha un sapore antico che conforta.
Poi ancora: croque madame a iosa, con donuts sucrè. la colazione dei campioni. Santo Metabolismo non mi abbandonare ora, continua ad essere irrimediabilmente accelerato. Grazie.
La decisione: voglio la macchina per fare i waffles, nella casa nuova non può mancare. Devo anche imparare a impastare queste ciambelle, perchè mi producono mini orgasmi gustativi che ciao proprio.
E la festa che segna di base la fine di una gloriosa giornata ma di fatto l’inizio di una nuova stagione di lavoro intenso.
Ieri sera abbiamo ballato con Neneh Cherry, che conoscevo solo per ” 7 seconds”, e che invece è geniale. Semplicemente geniale. Hip hop, melodico e con grinta, capelli tutti ricci che agita meravigliosamente e via. Live performance al Silencio ieri sera, e in prima fila tra champagne e vodka lemon, abbiamo ballato con Stella fino alle due del mattino, accanto a Jo - Squillo- e voilà, la notte è piccola per noi, troppo piccolina.
E a fine serata, pioggia su Parigi: il miglior epilogo che mi ha cullata fino al mattino seguente. E così.
E intanto inzia il countdown verso la prossima meta. Rifare le valige, impacchettare tutto e salutare queste 4 mura così deliziose e poetiche che ci hanno accolto fino ad ora.
Geniale, quindi, c’est genial!