#ROADTOPROSCIUTTO Questo hashtag mi ha accompagnato durante l'estate, mentre mi
avvicinavo a quella Corsa con il prosciutto crudo inserita nella Festa di San Daniele del Friuli (UD) del 29 e 30 agosto. Ora, prima di pensionare questa tendenza di Twitter fulcro anche del mio precedente post (vai a Keep calm and ... #RoadToProsciutto), sfruttiamola al massimo. Infatti, ti racconterò di quella intensa Strada verso il Prosciutto che mi ha condotto prima a girare in Friuli e poi, soprattutto, ad arrivare a San Daniele per quei 450 metri di corsa con un Crudo da 12 kg sulle spalle.FINALMENTE IN FRIULI Dopo un caldo mese d'agosto passato in pista di atletica e in palestra cercando un giusto compromesso tra resistenza, velocità e potenza con pesi e ripetute a "braccia conserte", finalmente mi sono messo in viaggio verso il Friuli Venezia Giulia. Non c'ero mai stato e l'impressione è stata più che positiva. Nel paio di giorni di trasferta prima della Corsa sono riuscito, nonostante l'ormai imminente sforzo mi costringesse a muovermi con il limitatore inserito, a godermi qualche scorcio del Friuli. Per non annoiarti troppo, mi concentrerò sulle sole Palmanova, Aquileia e Cividale. Palmanova è conosciuta come la città fortezza. Fondata nel 1593 dalla Serenissima per scopi difensivi all'incrocio della strada che da Venezia si dirama per Udine e Trieste, è la rappresentazione dell'Ideale rinascimentale di architettura militare. Una stella composta da nove punte all'esterno, un ultimo ennagono regolare di mura compatte e bastioni uncinati, una rete viaria perfettamente radiocentrica e una piazza centrale esagonale. Per gustarla appieno bisognerebbe osservarla dall'alto, ma anche da terra l'effetto è impressionante.Patrimonio dell'umanità Unesco dal 1998, Aquileia era un'antica e importante città romana, poi distrutta da Attila e divenuta nel medioevo sede di un potente Patriarcato, per intenderci un arcivescovado cattolico di tradizione bizantina. Da vedere il complesso della Basilica, i resti romani e il museo archeologico. Sempre ad Aquileia, nel 1921 Maria Bergamas, in rappresentanza delle madri di tutti i dispersi italiani della Prima Guerra Mondiale, ebbe il doloroso compito di scegliere la salma del Milite Ignoto tra 11 bare senza nome.Ed arriviamo a Cividale del Friuli, una città Patrimonio dell'umanità Unesco dal 2011, parco giochi dello storico e indicativa di tutta una regione. Nata come accampamento romano sotto Cesare, con le invasioni barbariche divenne talmente importante strategicamente da dare il nome a tutto il territorio circostante (Forum Iulii divenne Friuli). Poi arrivarono i longobardi da nord-est, occupando pian piano la penisola proprio attraverso questa Porta del Friuli (e d'Italia). La "nuova gestione" cambiò volto all'abitato conquistato e iniziò a chiamarlo semplicemente Città (Civitas), da cui Cividale. Nel medioevo e con il dominio di Venezia, la città si abbellì con chiese, palazzi e un Quattrocentesco Ponte del Diavolo. Recentemente salito sul podio dei 30 ponti più belli d'Italia (vai al link), scavalca in due arcate la gola del limpido Natisone e regala un panorama di Cividale mozzafiato. Quindi, a partire dal nome fino ad arrivare alla storia millenaria e alle bellezze naturali, Cividale del Friuli può essere benissimo scelta per rappresentare quanto può offrire l'intera regione.SAN DANIELE E LA FESTA Tuttavia, il Friuli Venezia Giulia è anche gastronomia ed eventi. Ed ecco entrare in scena San Daniele del Friuli, la città famosa per il prosciutto crudo DOP.Nell'attesa della Corsa ho avuto modo di guardarmi in giro, assaggiare e assistere alla festa patronale.Prima di tutto, non pensare che San Daniele sia solo prosciutti. Il centro storico che domina dalla collina racchiude tesori di enorme valore come la Biblioteca Guarneriana (tra le più antiche d'Italia), il Duomo, la Casa del Trecento, la Chiesa di Sant'Antonio abate e gli affreschi del Cinquecento, i resti dell'antico castello su cui sorge la chiesa di San Daniele e Palazzo Ticozzi - de’ Concina. Proprio nel Parco del Castello, tra le varie iniziative organizzate dalla Pro San Daniele la sera di sabato 29 agosto erano presenti chiostri gastronomici e la cena è stata allietata da un trio di musicanti medievali.La mattina di domenica, appena finita la messa in friulano, i ritmi medioevali sono tornati protagonisti con i tamburini e gli sbandieratori in attesa del pomeriggio, in attesa della Corsa con il Prosciutto.IL PALIO E LA CORSA Ma prima di arrivare alla mia esperienza con un prosciutto sulle spalle, bisogna soffermarsi sul Palio e sulla sfida tra i Borghi. Infatti, la Corsa aperta "ai forestieri" è stata preceduta dalla corsa a staffetta intracittadina. Dopo la sfilata in costume medievale dei 7 Borghi di San Daniele, 6 di loro sono scesi in campo per la conquista del Palio.Ogni staffetta era composta da due corridori maschi destinati a correre con il prosciutto e, tra le loro prove, una ragazza, libera di correre i quasi 500 metri di circuito cittadino senza alcuna zavorra. Donne, quest'anno, sole protagoniste della finale a due, per evitare che uno dei borghi dovesse ritirarsi per mancanza di organico.E prima dell'atto conclusivo del Palio, i 3 forestieriE c'ero anch'io.Prosciutto in spalla, gambe molli, concentrazione a mille... Altro che Keep calm and #RoadToProsciutto.Poi il via! e una faticaccia, divertente. Tutti ad inseguire la macchina della Locale nei vicoli e tra le bancarelle, tra i curiosi e i fan improvvisati, in discesa e nella salita spezza-gambe, combattendo più contro il Prosciutto che contro gli avversari.E, alla fine, pacche sulle spalle, complimenti da sconosciuti, grandi risate, tanta soddisfazione.Tutto per colpa di un Prosciutto.IN CONCLUSIONE Come avrai certamente notato, in questo post ho voluto concentrarmi soprattutto sulla Strada verso il Prosciutto perché, in fondo, riconosco che la Corsa di San Daniele non è proprio per tutti. Il contesto nel quale avviene, invece, lo è. Nulla ti vieta di guardare e tifare mentre passi una domenica a gustarti per intero San Daniele o il Friuli.E non è una battuta.(vai alle immagini)