Magazine Ciclismo
Vabbè che sarà un Giro aperto a tanti, ma non esageriamo! (foto; archivio storico PST)
VI SONO MANCATO? VOI UN PO’ SI.
UN GIRO “MORBIDO” NELLE PRIME DUE SETTIMANE, CHE CI PORTA INDIETRO DI DIVERSI ANNI. FORSE A QUELLO VINTO DA CUNEGO NEL 2004. TRE GIORNI D’APERTURA IN DANIMARCA, TANTE POSSIBILITA’ PER CAVENDISH E COMPAGNIA VELOCE, MENO TRASFERIMENTI (finalmente!) E MONTAGNE “CATTIVE” SOLO NELL’ULTIMA SETTIMANA.
Ricorda tanto i giri di Carmine Castellano: i velocisti in auge nella prima settimana, qualche salita non tremenda dopo qualche giorno, giusto perché la maglia rosa venga presa da qualche outsider. Poi le montagne pesanti nell’ultima settimana, dove il portatore della “rosa” attende la giornata in cui dovrà salutare il simbolo del primato, per fare spazio ai veri favoriti.
Dopo il Giro spacca-gambe dell’anno scorso, era prevedibile che quello nuovo fosse alla portata di molti. Sarà un Giro amico del 54/11, un Giro che pedalerà su alcune vette storiche (Stelvio in primis) su vette amate e tremende (Mortirolo, Giau, Manghen e Pampeago 2 volte), ma che sembra pensato apposta per lasciare in sospeso tutto e tutti fino all’ultimo. Dispiace che per far contenta la cassa della Gazzetta, la Danimarca abbia contribuito a lasciar da parte un bel pezzo di stivale.
Viene descritto come un Giro per i giovani. Probabilmente sarà una corsa dove una squadra ben preparata (nel senso di allenata, si spera), potrebbe scortare il proprio capitano anche per due settimane e, proprio per questo, si valuterà magari di lasciare sfogare le gambe giovani, senza da loro troppa corda.
Gli arrivi in salita non mancano; (Rocca di Cambio, Cervinia, Lecco Pian dei Resinelli, Falzes, Pampeago, Stelvio). Nonostante si guardi molto alla tappa dolomitica numero 17 (Falzes – Cortina d’Ampezzo), dovrebbe risultare devastante la frazione numero 19; Treviso – Alpe di Pampeago. Con il Manghen prima e due volte Pampeago.
Non metto una lista dettagliata delle frazioni più importanti, perché comunque tra giornali, TV e riviste, non mancheranno dettagli a iosa sulla corsa rosa 2012. Unica nota; Feltre sembrerebbe destinata ad essere attraversata 2 volte.
PRESENTAZIONE RAI; qualcuno mi sa dire il motivo concreto per cui il Giro mi viene presentato così presto? Cos’è? Facciamo a gara coi francesi anche per questo adesso? Un tempo la presentazione del Giro era come un momento in cui sentivi profumo di primavera, anche in un freddo pomeriggio di novembre. Quando ti sedevi in poltrona, dopo aver sgranocchiato castagne arrostite e bevuto un bicchier di vino (io foooorse anche due, lo ammetto).
Ormai il Giro è come il festival di Sanremo. La chiamano Corsa Gazzetta, ma lo sta diventando sempre meno. Studi televisivi Rai per risparmiare, medesimi giornalisti delle telecronache, medesimi “esperti” a commentare, ricordate i bei tempi in cui un certo ciclista italiano iniziò a diventare più famoso di quando correva, perché raccontava con bei filmati anche divertenti le tappe che di lì a sei o sette mesi sarebbero state pedalate dai ragazzi? Di quando si fermava sulla piazza del paesino a parlare coi vecchi del luogo per chiedergli che strada doveva prendere per raggiungere tal Passo? Di quando si fermava a Faller di Sovramonte perché aveva bucato nel salire un versante del Croce c’Aune? Bene, scordatevelo. Oggi quel ciclista non solo non ha più le gambe (in senso ciclistico, naturalmente), ma ha lasciato l’eredità ad un altro ex ciclista che fa le ricognizioni in motocicletta.
Quali erano i momenti più attesi della presentazione di un Giro? Quando veniva svelato il percorso e quando iniziavamo le mitiche (allora si) ricognizioni di Davide Cassani. Oggi abbiamo Savoldelli in moto per un’unico filmato frettoloso, senz’anima, senza fatica. Ah, i bei tempi andati, ah, le belle presentazioni andate!
Unica nota d’eccellenza? I circa dieci secondi d’inquadratura (totali, divisi in due sequenze) per una suprema ciclista italiana presente in sala, di cui come sempre non ricordo il nome.
A breve il congedo 2011 con il ciclismo dell’alta metà del sellino, con un’articolo abbastanza approfondito su un mondo che ha un po’ la perso voglia di confronto, dibattito, scambio d’opinione. Nel piccolo vediamo se si può far ripartire almeno questo, anche grazie ad un paio di ospiti cercati per l’occasione.
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