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Un giullare alla corte di Massari?

Creato il 09 ottobre 2014 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

Un giullare alla corte di Massari?

Marco Gallicani

Leggiamo questo resoconto pubblicato anonimo sul sito web del PD, sito di cui è responsabile. Già dal titolo si capisce che chi scrive lo fa ex-cattedra, ma in definitiva si limita ad estrapolare frasi, forse un po' impacciate, di alcuni consiglieri dell'opposizione come solo un giullare potrebbe fare. Chi è il giullare? 
Chiediamolo al responsabile del sito e di quanto vi si pubblica cioè il Segretario in carica nonché capogruppo consiliare del PD Marco Gallicani.  
Ecco il testo integrale del documento.
A LEZIONE DI DEMOCRAZIA, IN CONSIGLIO COMUNALE
Alberto_Manzi_-_Non_è_mai_troppo_tardi
Un Consiglio Comunale che può durare 2 ore e invece ne è dura 5 mostra tutti i limiti di un sistema di governo locale sostanzialmente da ripensare. I criteri di efficacia ed efficienza che regolano le vite fuori dal Comune devono necessariamente avere un valore anche dentro perché chi vi siede deve poter anche solo lontanamente rispondere alle reali esigenze dei cittadini. Tra le tante perle ne segnaliamo alcune che vanno oltre la caricatura; Si perchè ci sono affermazioni che si possono fare e altre che proprio non si possono fare, specie se si è eletti in un Consiglio Comunale di una Repubblica che nasce dalle ceneri di un periodo come quello del ventennio. Un consigliere comunale non può affermare, tra il serio ed il faceto, che una Legge “è buona perché è stata approvata sotto il duce”. Non può. Se lo pensa è un problema suo e dei suoi elettori – che prima o poi lo capiranno che il fascismo non ha avuto nessuna conseguenza positiva sulla società italiana – ma se lo dice in pubblico è un problema delle istituzioni che quel periodo hanno combattuto.
Così come non si può affermare in pubblico – a sostegno della richiesta di cittadinanza onoraria (!!!) a favore dei due Marò implicati nella crisi dell’Enrika Lexie del 2014 – che “purtroppo sono capitate che delle persone sono morte”. O affermare che i militari erano li per adempiere ad una “consegna ufficiale” quando invece stavano difendendo i beni e gli interessi di un cargo privato con attrezzatura militare italiana, secondo una disposizione geniale del già ministro La Russa, che l’Italia condivide con colossi della democrazia come Panama Liberia e Isole Marshall.
Qualcuno deve pur prendersi la briga di sottolineare che il ruolo che si esercita in Consiglio Comunale non è stato affidato a quelle 16 persone perché ci si divertissero, ma perché rappresentassero tutti i cittadini e perché lo facessero impegnandosi al massimo sia nello studio (anche della lingua italiana, che è un patrimonio come la bandiera, sino a prova contraria, perché serve per farsi capire da tutti) che nella partecipazione ad un processo. E non ha senso, non lo farebbe nessuno fuori da quell’Aula, che si spendano 5 ore di una sera per giocare a rimpiattino su argomenti che non si conoscono (perché ad un certo punto tocca alla maggioranza sottolineare che fra Severino si chiamava Riccardo o che in Italia esiste una Legge che “vieta” di intitolare vie a persone decedute da meno di 10 anni) o dei quali si crede di avere un’affinità solo strumentale, di propaganda.
Perché altrimenti è come dire: cari cittadini, noi non siamo in grado di pensare al futuro dei nostri figli e nipoti, al lavoro, alla sfida che il mondo ci lancia, ma quanto a toponomastica non ci batte nessuno. (Corsivo non firmato)
Ieri la replica di Luca Pollastri che vede in altro modo quanto successo in Consiglio in cui, tra l'altro, la discussione del Programma di Mandato è stata ben gestita dal Sindaco. 
Un giullare alla corte di Massari?
Caro (si fa per dire) scribacchino del sito del PD di Fidenza, nascondersi sempre dietro l'anonimato per poter scrivere quello che si vuole non è certo segno di... maturità perchè ad una certa età bisognerebbe prendersi la responsabilità di quello che si dice, si scrive e si fa. Ho letto il Suo resoconto del Consiglio Comunale dell'altra sera: innanzitutto se mi dite a che ora dovete andare a letto cercheremo di abbreviare i nostri interventi. Spero poi che il consigliere Giuseppe Comerci, che ha tutta la mia solidarietà e stima, risponda a quanto Lei ha scribacchiato, perchè su un sito istituzionale certe cose non ci si deve permettere di scriverle. Venendo al suo comunicato: si è dimenticato di annotare la mancanza di rispetto dell'Assessore Malvisi verso il consigliere Giuseppe Comerci; si è dimenticato di dire della mezz'ora di ritardo con cui è iniziato il Consiglio a causa anche della mancanza di puntualità dei Consiglieri di maggioranza; si è dimenticato di scrivere che 15 minuti buoni li abbiamo "persi" perchè voi, consiglieri PD, avete chiesto una sospensione della seduta (avrete avuto i vostri validi motivi). Si è soprattutto dimenticato di scrivere che, una volta tanto, si è "perso" tempo per discutere con intenti costruttivi (linee di mandato) e nobili (intitolazione via a don Davighi e a fra Severino), in modo pacato e positivo da parte di tutti. Credo che questo sia stato un buon traguardo e una cosa da sottolineare nel Suo resoconto. Mi spiace però, ed è per questo che perdo tempo a scrivere questa nota, vedere la Sua ironia anche riguardo la mozione sull'intitolazione di una via a Fra Severino. Al di là del fatto che io avrei evitato di fare polemica anche se ironica su questo argomento per evitare una figuraccia, sapevamo benissimo che l'intitolazione di una via presuppone che passino 10 anni dalla morte dell'interessato. Sapevo però che ci può essere una deroga (anche se i termini della legge confesso che non li conoscevo) che credo (credo) abbia un precedente nell'intitolazione di una via a Don Enrico Tincati.  Della deroga ne ho parlato brevemente (ma comunque ne abbiamo parlato) a tu per tu con il Suo Sindaco (che si è dimostrato molto disponibile), in sala Giunta, prima di discutere della mozione. Si informi! Altra cosa: sapevamo anche che fra Severino al secolo si chiamava Riccardo ma, chi a Fidenza lo conosceva con questo nome? Si può intitolare una via a Riccardo Davoli? La gente si chiederebbe "chi era costui"?. Anche Madre Teresa di Calcutta si chiamava al secolo Anjëzë Gonxhe Bojaxhiu ma dubito che qualcuno le intitoli una via con il suo vero nome. Infatti poi, nel nostro caso, si è decisa la sua soluzione di "via Fra Severino Davoli". Mi permetta, caro scribacchino anonimo, ma stavolta ha perso l'occasione di stare zitto. Luca Pollastri


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