Ciò che non si dice non esiste.
L’Unione Donne in Italia , ha lanciato da pochi giorni l’operazione Womenpedia. Leggo sul sito:
“La Scuola Politica UDI, giunta alla quinta edizione, si pone sempre più come “momento gestazionale” di progetti che abbiano come obiettivo il cambiamento culturale e politico.La tecnologia può costituire una grande occasione per rivoluzionare i canoni tradizionali del sapere tramandato attraverso un’ottica maschile; il web si presta al cambiamento, proprio per la sua “democraticità”: le donne possono intervenire con le loro competenze personali e mettere in gioco il loro punto di vista.
Possiamo fare con Wikipedia quello che non riusciamo ancora a fare con i libri di testo nelle scuole: far emergere l’apporto delle donne in tutti i campi del sapere.
Le donne sono state occultate, dimenticate, cancellate dall’arte, dalla letteratura, dalla filosofia perché la storia dell’umanità è scritta e descritta quasi esclusivamente da uomini. In questa storia le donne hanno solo il ruolo di personaggi delineati dalla mente maschile e mai di soggetti che creano, scrivono e progettano, nonostante testi, ricerche, scoperte delle donne occupino ormai interi scaffali di librerie e biblioteche.
UDI invita le donne a cambiare questa impostazione intervenendo in massa su Wikipedia: ciascuna, con le competenze personali, può spezzare il silenzio che circonda le donne e che contribuisce a creare l’attuale contesto di ambiguità culturale su cui si fonda il sistema dei generi e la sua rappresentazione.
Wikipedia permette di modificare, correggere, inserire argomenti nuovi, con l’unica condizione di citare le fonti della nozione inserita: sono proprio le ”fonti” del sapere al femminile che possono cambiare e arricchire la storia della cultura, scritta e raccontata dagli uomini. È necessario rivedere tutto questo affinché “la storia possa includere le donne” come sosteneva Virginia Woolf “senza ferire nessuno” e oggi, con lo strumento internet, finalmente “si può fare”.
Questa operazione si chiama Womenpedia dalla parola donne in inglese e pedia che in greco vuol dire educazione.”"
Trovo l’idea affascinante e rivoluzionaria. Ho notato, ad esempio, che Renate Siebert ( tanto per dirne una a caso!) non esiste come voce su Wikipedia, e mi pare una grave mancanza. Per chi fosse interessata al glossario puo’ prendere spunti da Kila, dove ci sono vari links utili, compreso quello che rimanda alle 320 pagine del Glossario- Lessico della differenza.
Il mio invito è alla massima diffusione, anche affiggendo fogli nelle bacheche delle università o altrove.
in foto: la venere di Willendorf (fonte foto)