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UN IDILLIO DI BUGIE E NACQUE LA 194: sarebbe dovuta essere un aborto!

Creato il 12 luglio 2013 da Laviadellavita

Perchè non permettere alla donne di abortire? La legge lo prevede! Quante volte sentiamo ripetere questa frase.

Un pò di storia ci permetterà di capire meglio come nacque la 194 e perchè....

UN IDILLIO DI BUGIE E NACQUE LA 194: sarebbe dovuta essere un aborto!

La maggioranza degli stati europei emanò leggi abortiste già nel corso degli anni '70.

Facendo un'accurata analisi della situazione italiana, si può capire come per arrivare ad una legge così permissiva in materia di interruzione volontaria di gravidanza si sia costruito un apparato di falsità e menzogne, sfruttando il fattore emotivo, il caso limite, le miserie umane. Anche se poi sappiamo che la maggior parte di coloro che abortiscono non sono per nulla casi limite. Gli abortisti cominciarono molti anni prima, incominciando a parlare subdolamente un "antilingua" modificando la natura delle parole, il significato e con loro l'impatto semantico sulla gente.

Il "dare alla luce", azione che solo sapevano compiere le donne, si trasformò in "partorire", proprio come fanno tutti i mammiferi di questa terra.

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Il "portare in grembo" si trasformò in essere incinta, o peggio ancora gravida, terminologia usata, fino a quel momento solo nel mondo veterinario. Così molto altro ancora...

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Nel 1971 il PSI dichiarò che ogni anno in Italia si effettuavano dai 2 ai 3 milioni di aborti clandestini, per i quali morivano 25000 donne. La realtà è che il Compendio statistico italiano che nel 1974 ( e i dati sono molto simili per gli anni vicini) stimò che in Italia morirono 9914 donne in età fertile (14-44 anni) per ogni genere di causa (infatti, poichè l'aborto era clandestino nessuno poteva conteggiarlo).

Questo dato, ad oggi, dimostra una delle tante bugie ovvero che il numero di decessi di donne per aborto clandestino fu sicuramente inferiore a quello dichiarato dal PSI. BUGIA!

Ma le bugie si sa, a volte, prima di scoprire che hanno le gambe corte possono fare molta strada, soprattutto quando sono sottese da interessi personali, di partito, di governo e di lobby.

Nel 1975 infatti una sentenza della Corte Costituzionale cominicò a legalizzare l'aborto (seppure limitatamente ai casi in cui la nascita del bambino potesse costituire un pericolo per la salute della madre).

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Nel 1976 a Seveso lo stabilimento chimico "Icmesa" emise una nube di diossina. La lobby anti-vita, avvalendosi dei mezzi di comunicazione faziosi, approfittò della situazione e profetizzò alle donne gravide che la fuga di diossina avrebbe causato malformazioni ai loro bimbi , e che quindi la cosa migliore sarebbe stata sopprimerli. Il governo, succube delle richieste fatte da molte associazioni, fece così una deroga e permise alle donne che lo desiderassero, di poter abortire in una clinica di Milano.

I feti abortiti vennero fatti analizzare in un laboratorio a Leida in Olanda e si vide che non presentavano alcuna malformazione; ecco un'altra bugia. Le madri di Seveso che ebbero il coraggio e la forza, nonostante tutte le pressioni mediatiche e culturali, di non uccidere i propri bambini, nel 1988 incontrarono Giovanni Paolo II con i loro figli, ormai cresciuti: erano tutti sani e senza alcuna malformazione!!

UN IDILLIO DI BUGIE E NACQUE LA 194: sarebbe dovuta essere un aborto!
Ma ben presto l'eccezione, pur fondata su bugie, divenne regola.

Nel 1978 il 18 maggio, pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo di Aldo Moro assassinato dalle BR, in un clima di dramma nazionale e paura, il Senato approvò,in un clima di spavento generalizzato, la legge 194/78, che rese libera e gratuita per la donna l'interruzione volontaria di gravidanza.

Per far approvare la legge si fece leva sui casi pietosi, sull eccezioni: si disse che la legge sarebbe servita solo per gravidanze dovute a stupro o in caso di malformazione del feto, con il proposito apparentemente amorevole di "evitare al nascituro una vita di sofferenza". BUGIA!

In realtà ciò ha portato alla situazione attuale, in cui i più comuni motivi per cui le donne decidono di abortire sono ben altri, difficoltà economiche o, peggio ancora, egoismo delle persone che le circondano e della società.

L'introduzione dell'aborto legale in Italia venne sostenuta energicamente dalla sinistra (PCI, PSI, PSDI), insieme ai partiti liberal-capitalisti (PRI, PLI), e al Partito Radicale di Marco Pannella e Bonino(quest'ultima si era fatta notare all'inizio degli anni '70 per aver effettuato aborti clandestini su innumerevoli donne), sebbene questi ultimi votarono contro la 194 in quanto avrebbero voluto una legge ancora più permissiva.

Inoltre tutta la grande stampa (Repubblica, L'Unità, Espresso, Panorama e Corriere della Sera) sostenne l'introduzione in Italia dell'aborto. Sulla base dell'argomento del "pericolo sovrappopolazione", che rendeva necessario, secondo alcuni, il controllo delle nascite, un grande contributo arrivò dalle campagne miliardarie della famiglia Rockefeller, dall'ONU e dal Club di Roma legato agli Agnelli.

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Anche se l'Interruzione volontaria di gravidanza legale fu portata avanti dalle sinistre, estremamente grave è il fatto che la 194 sia stata firmata da membri del governo democristiano tutti sedicenti cattolici, il presidente del Consiglio Giulio Andreotti in primis, e il presidente della Repubblica Giovanni Leone, che avrebbe potuto rimandare la legge alle Camere. Nessuno di loro si dimise, preferendo la stabilità del governo(che nonostante questo compromesso cadde poco dopo) alla coerenza personale.

Addirittura, passata la legge, Andreotti, tramite l'Avvocatura di Stato, se ne assunse la difesa, chiedendo alla Corte Costituzionale di rigettare le numerose eccezioni di incostituzionalità presentate.

In questo modo la Democrazia Cristiana, partito che stava attraversando anni di crisi. consumò il tradimento ai suoi principi ispiratori, gettando le basi per un disimpegno progressivo sulle questioni più scomode e cruciali.

Il 17 maggio 1981 il popolo italiano venne chiamato a pronunciarsi su un quesito referendario presentato dal Movimento per la Vita (un associazione di attivisti pro-life che in quegli anni si era costituita), che chiedeva l'abrogazione della legge 194. Il popolo della vita perse ottenendo soltanto il 32%, anche perchè, nelle settimane precedenti il referendum, le principali testate giornalistiche italiane censurarono le ragioni dei pro-life italiani. Anche se formalmente la Democrazia Cristiana si espresse per il SI assieme al Movimento Sociale Italiano, essa manifestò ancora una volta il suo disimpegno per una questione così cruciale come l'aborto, decidendo di assumere un basso profilo e non avvalendosi dei mezzi propagandistici di cui
pure disponeva.

A partire dal 1978 in Italia ci sono stati 5 milioni di aborti legali, cioè 1 bambino abortito su 5 bambini nati.

Ultimamente si sente spesso dire che la legge 194 aveva avuto come risultato la diminuzione degli aborti annui, e che per questo sia degna di lode. Si dice che se nel 1978, anno di approvazione della legge, gli aborti furono 220'000, ora mediamente ce ne sono circa 140'000 ogni anno. Tuttavia questo dato è un valore assoluto: se si conta che le donne in età fertile sono dimezzate, in realtà gli aborti in proporzione sono aumentati. Inoltre in questi numeri non sono contati gli aborti chimici: ogni giorno in Italia vengono vendute circa 1000 confezioni di pillole del giorno dopo (Norlevo, Levonelle), che in molti casi impediscono l'impianto dell'embrione e ne comportano quindi l'uccisione.

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Quando la legalizzazione dell'aborto divenne realtà, venne a mancare il deterrente per cui molte donne, temendo la punizione dello stato, non avrebbero compiuto questa scelta, come ci conferma uno studio dell'Università di Trento secondo cui il 32% delle donne che hanno abortito, senza la legge non avrebbero preso questa decisione.

La legalizzazione dell'aborto ha comportato una ferita profonda all'apparato giuridico italiano: legalizzare l'uccisione del figlio innocente ha invertito un principio cardine del diritto naturale, il 'non uccidere'. Il presidio legale che riconosceva l'omicidio come reato è venuto a mancare.

Oggi, insieme a una minoranza di laici coraggiosi, i cattolici, in Italia, sono rimasti quasi i soli a difendere la verità e la giustizia in questo campo. Il maggiore pericolo sono proprio stai e sono ancora oggi i compromessi.

In un idillio di bugie nacque la 194 e pensare che sarebbe dovuta essere un aborto, per legge!


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