Molte sono le associazione che raccolgono per beneficenza i tappi di plastica (in PE), per dar loro una seconda vita. A seconda dei casi i tappi possono essere riutilizzati come porta sapone, calamite, decorazioni a tema, gioielli e pendenti, timbrini fai da te, creare giocattoli, sonagli, puntaspilli, segnaposti e molto altro.
Grazie all’azienda Eco-Sistemi, nata come spin-off dell’Università di Pavia, ora possono essere impiegati per ripulire, a costi ridotti rispetto ai metodi tradizionali, le acque di risulta.
Il metodo, messo a punto nei laboratori dell’ateneo, prevede l’inserimento dei tappi riciclati (430 chili) in un cestello di acciaio inox simile a quello di una grande lavatrice, che viene a sua volta posizionato in una vasca nella quale confluiscono le acque da depurare.
Mentre il cestello ruota molto lentamente, i tappi sono colonizzati da comunità di microorganismi che rimuovono le impurità.
I tappi si prestano naturalmente, per la loro forma, a ospitare un biofilm batterico ripulente che già esiste in natura. La formazione delle colonie batteriche mangia-sporco rende possibile la depurazione in una settimana; dopo tre settimane i valori della sostanza organica, dei solidi sospesi, dell’azoto e del fosforo vengono abbattuti in maniera sufficiente per far rientrare le acque reflue nei parametri di legge; a questo punto, possono essere rilasciate negli scarichi.
Finora sono stati realizzati due prototipi, uno a Navicello, vicino a Rovereto (Trento), e uno a Novara, dove tappi e cestello vengono utilizzati dal birrificio agricolo Hordeum per rimuovere carbonio e azoto dagli scarti di lavorazione della birra. L’Eco-Sistemi prevede, per il futuro, collaborazioni internazionali a partire dall’Africa.
La macchina si chiama Rcbr (Rotating Cell Biofilm Reactor) e può trattare 5,5 metri cubi di refluo al giorno equivalenti ad un carico inquinante di un paese di 300 abitanti e prevede consumi pari a 1,2-1,5 kWh ovvero un decimo del normale.
Infine, il macchinario oltre ad avere consumi minori, possiede anche delle dimensioni inferiori rispetto ad un comune depuratore che in genere occupa una superficie di 20-25 metri quadrati. Il Rcbr misura 3,30 metri di lunghezza per 1,30 di larghezza.
Una soluzione utile, di qualità, che rispetta l’ambiente!
Di seguito un video dimostrativo!
(fonte:http://www.corriere.it)