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Un'imposta patrimoniale straordinaria sui ricchi per il risanamento dei conti pubblici.

Creato il 07 settembre 2011 da Veritaedemocrazia

Quanti articoli, quanti interventi,quanti pareri in queste ultime settimane sulla crisi finanziariaitaliana e mondiale? Quante volte il tragicamente ridicolo governoitaliano ha cambiato idea sui provvedimenti da prendere? Quantipatetici appelli da parte del Presidente Napolitano alla coesionenazionale e a fare presto e bene per rispondere alle sollecitazionidell'Europa e dei mercati? Quanto sono deboli e disorganizzatel'opposizione parlamentare e l'opposizione sociale (e troppo spessocompromesse con il sistema) per contrastare le politiche del governo? Sia benedetta lagiornata di sciopero generale proclamata dalla CGIL ma serve benaltro per cambiare i rapporti di forza politici e sociali in questoPaese.A fronte di tutto questo la proposta di PietroModiano, già banchiere ed attualmente Presidente di Nomisma (lasocietà di consulenza fondata tra gli altri da Romano Prodi),indirizzata al Corriere della Sera ed illustrata nel programma di GadLerner su La7 “L'Infedele” mi sembra equa, concreta, risolutiva e per la quale si dovrebbe mettere in atto una fortissima mobilitazione sociale.Stante la premessa che esiste un 20 percento di ricchi (anche se Modiano rifiuta tale definizione) chepossiede il 60 per cento del patrimonio privato italiano (5000 deicirca 8.000 miliardi di euro a cui ammonta - in immobili, azioni,titoli – la ricchezza privata) basterebbe un'imposta straordinariauna-tantum (con un gettito stimato, con un'aliquota del quattro percento, in circa 200 miliardi di euro) su quei cespiti per recuperarela cifra necessaria a ridurre lo stock del debito pubblico al disotto dei livelli di guardia (con risparmi nella spesa per interessi sul debito pubblico calcolati in 30 miliardi di euro).Il ragionamento di fondo è che ilsacrificio cui verrebbero sottoposti tali soggetti sarebbe per essiassolutamente sostenibile a fronte della ricchezza detenuta e chetrattandosi di persone baciate nella vita da un destino favorevoleappare del tutto equo che redistribuiscano alla collettività unapiccola parte della propria fortuna.Una volta messi al riparo dallatempesta ci sarebbe il tempo e la serenità necessari per ragionaresu ciò che andrebbe fatto realmente per cambiare e rendere migliorel'Italia: intervenendo su evasione fiscale, i costi della politica,la corruzione, i privilegi del Vaticano, il welfare, il reddito dicittadinanza, le pensioni, l'inefficienza della pubblicaamministrazione, la criminalità organizzata, la giustizia, la ricerca e la scuola,la politica industriale, il modello economico da perseguire, l'ambiente, la cultura, l'informazione.Purtroppo l'aspetto drammaticamenteutopico e fantascientifico di tali ragionamenti non stanell'irrealizzabilità della proposta Modiano ma nel pensare di poteravere, oggi e domani, una democrazia in cui i ceti popolari riescano ad imporre una vera giustizia sociale ed una classe politica e dirigente onesta e competente, libera dacondizionamenti occulti e in grado di agire per il bene comune enell'interesse generale.

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