Alcuni ushabti ed il contenitore in cui sono stati trovati nella
tomba di Ptahmes (Foto: English Ahram)
Si tratta dell'ultima dimora terrena di Paser, ambasciatore reale d'Egitto nei paesi stranieri durante la tarda epoca ramesside. La tomba è a forma di tempio, con un ingresso porticato, una sala con pilastri ed un cortile porticato che ospita il sepolcro principale al suo centro e si apre direttamente su un santuario con tre ambienti.
Il ministro per le Antichità egiziane, Mohamed Ibrahim ha affermato che si tratta di una scoperta eccezionale, soprattutto perché le antiche sepolture egizie avevano due forme principali, quella della mastaba od erano tombe scavate direttamente nella roccia. La tomba appena scoperta è stata sicuramente progettata da un architetto che non doveva seguire le principali regole dell'epoca.
La scoperta è altresì importante perché sottolinea i rapporti politici dell'Egitto con i Paesi del Medio e dell'Estremo Oriente in epoca ramesside. All'epoca la capitale era stata trasferita a Tebe (Luxor), ma Memphis (Saqqara), non aveva perso la sua importanza di necropoli. Horemhab, comandante in capo dell'esercito durante la XVIII Dinastia nonché, in seguito, faraone d'Egitto, iniziò a far costruire la sua sepoltura proprio a Saqqara, salvo, poi, decidere di farsi seppellire a Luxor una volta salito al trono.
Anche se la sepoltura appena scoperta è rimasta incompleta, è stato possibile decifrare degli affreschi ben conservati. Tra le scene più importanti vi è quella in cui si vede il corteo funebre del defunto, con la sua statua portata dai servitori e la moglie che si dispera. Compare anche il tribunale di Osiride che accoglie il defunto. La tomba è stata direttamente costruita accanto al muro orientale della sepoltura di Ptahmes, scriba reale e capo dell'esercito, scoperta nel 2010. Sia la tomba di Paser che quella di Ptahmes sono state derubate nell'antichità, per cui non è stato possibile recuperare gli oggetti che facevano parte del corredo, al di fuori di un certo numero di ushabti trovati nella tomba di Ptahmes, che appartenevano ad una donna di nome Mwtipt ed un vaso nel quale erano custoditi altri ushabti appartenenti ad un'altra donna di nome Nedjem.
La tomba di Ptahmes era già nota agli archeologi da alcune fotografie del secolo scorso, poi venne sepolta parzialmente dalla sabbia e la maggior parte di quanto era rimasto visibile è stato rubato e contrabbandato fuori dal paese. Gli alti funzionari egiziani continuarono a farsi costruire le loro sepolture a Saqqara anche quando Luxor divenne capitale del regno.