Intervista a Cornélius Castoriadis, di Olivier Morel
Ma in che modo una democrazia partecipativa potrebbe funzionare oggi? Quali potrebbero essere le molle sociali di una contestazione e di una critica efficaci? Come e grazie a chi potrà giungere ciò che Lei definisce "concepire altro, creare altro""?
- Se c’è una risposta, è la grande maggioranza del popolo che dovrà fornirla.
- Da parte mia, io constato, da un lato, l’immensità dei compiti e la loro difficoltà, la diffusione dell’apatia e della privatizzazione nelle società contemporanee, l’intrico assurdo dei problemi che si pongono ai paesi ricchi e ai paesi poveri.
- Ma, dall’altro, non si può dire che le società occidentali siano morte. Ancora non viviamo nella Roma o nella Costantinopoli del IV secolo in cui la nuova religione aveva congelato ogni movimento, e in cui tutto era nelle mani dell’imperatore, del papa e del patriarca.
- Ci sono segni di resistenza, qua e là. Non posso sapere se questo basterà a ribaltare la situazione.
- Ciò che è certo è che coloro che hanno coscienza della gravità di queste questioni devono fare tutto quello che è in loro potere affinché la gente si svegli dal letargo contemporaneo e cominci ad agire nel senso della libertà.
(Traduzione di Biancamaria Bruno)
Da qui: http://www.letterainternazionale.it/testi_pdf/castoriadis_95.pdf