L'involucro vuoto qui da noi a Napoli viene denominato pacco: in realtà la parola in questa specifica accezione ha un significato diverso da quello abitualmente in uso nella lingua italiana comune, nel senso che di solito la parola è riferita ad un imballaggio o confezione di un qualche contenuto, viceversa nel nostro caso viene indicata una scatola o altra forma di contenitore ben confezionato al cui interno però manca il contenuto atteso.
Il pacco di solito non è del tutto vuoto nelle pratiche di vendita truffaldina, in quanto deve giocoforza contenere qualcosa che si avvicini al peso dell'oggetto che l'incauto compratore si aspetterebbe di trovarci dentro: solo nel caso il peso dell'oggetto sia irrisorio e non apprezzabile alla percezione immediata, può passare che il pacco sia effettivamente del tutto vuoto.
Nel caso il sostantivo di cui sopra venisse utilizzato (impropriamente) per l'aggettivazione di una persona umana, volendone con questo connotare l'attribuzione fondamentale che in una parola ne caratterizzi l'animo ed il temperamento, dobbiamo riconoscere che sarebbe lecito aspettarsi il vuoto totale ed interplanetario, essendo pensieri, sentimenti ed emozioni assolutamente imponderabili anche con gli strumenti più precisi di rilevazione.
Insomma se voi dite che tale persona è un pacco non solo avete detto che si tratta di qualcuno assolutamente deludente, ma anche di qualcuno capace di dissimulare in un incarto socialmente accettabile la propria assoluta nullità interiore.
Sicuramente voi conoscete o credete di conoscere qualche persona con queste caratteristiche: la tipologia è più frequente di quanto amiamo credere ed in diversi casi rappresenta un punto di arrivo, piuttosto che di partenza di una crescita interiore mancata o distorta, in fondo di solito è il risultato di una rinuncia. In effetti potrebbe essere un interessante spunto narrativo: voi cosa ne pensate?