Arsène Guillot
(Arsenia Guillot)
(tratto da Racconti e novelle)
Prosper Mérimée
Sansoni Editore
La signora di Pinnes, inizialmente e nel mezzo della vicenda, non può che attrarre l'antipatia del lettore. Fervente da irritare — o forse da stimare infinitamente? — convinta oltremisura, con'idea monastica del peccato e della redenzione, un pulpito in carne ed ossa. Ma l'avventore verrà poi sicuramente rapito dal taciutissimo sentimento ricambiato per l'ex scapestrato Max di Salligny: prima sospettato, evidenziato solo nella conclusione, che farà perdonare e darà un senso, magari annullando ciò che sembrava fede e invece, chissà, era un muoversi interessato, a diverse azioni della signora.
Arsenia Guillot produrrà compassione, si mostrerà addirittura ridicola nella sua cieca esagerazione, anche se la sua ostinata semplicità di direzione non mancherà di toccar corde. Quando l'amore può non produrre stima in chi osserva, ma tanta pena.
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