"Un libro... a raggi X!!!" Di cosa si tratta?Questa rubrica è stata ideata da me e da Morna (del blog Forgotten pages) e consiste nel leggere entrambe un determinato libro e commentarlo un po' alla volta, come una specie di commento a due voci in cui alternandoci diremo le nostre impressioni sul libro in oggetto.
Seconda puntata per "L'atlante di smeraldo" di John Stephens, dove commenteremo i capitoli dal 7 al 12. Per chi se la fosse perso ecco il link alla precedente puntata:- PRIMA PUNTATA capitoli dall'1 al 6
Vi lascio intanto la scheda del libro:
Titolo: L'atlante di smeraldoSerie: The Books of the Beginning vol. 1Autore: John StephensTraduzione: S. PiracciniEditore: Longanesi
Data di pubblicazione: 27 Aprile 2011
Pagine: 456
Prezzo: 18,60
Sinossi:E' la notte di Natale e Kate avrebbe voluto rimanere sveglia, ma i suoi occhi di bambina alla fine si sono arresi al sonno. Sono le mani di sua madre a scuoterla e svegliarla di colpo: sta succedendo qualcosa, qualcosa di brutto. Kate ha solo quattro anni, suo fratello Michael due, Emma è appena nata. Questa è l'ultima volta in cui vedranno i loro genitori. Dieci anni e moltissimi orfanotrofi dopo, i tre fratelli si imbarcano per quello che pare sia l'ultimo istituto disposto ad accoglierli: Cambridge Falls. Ma quando arrivano nella enorme casa tutta sbilenca, piena di torri, sotterranei e sale colme di bizzarrie, molte sono le domande che si affacciano alla loro mente. Come mai non ci sono altri bambini? Chi è l'enigmatico dottor Pym, il direttore di quello strano orfanotrofio? E soprattutto, cos'è quell'inquietante libro dalle pagine bianche e dalla copertina verde che sembra brillare di luce propria nel buio della camera segreta? Questa è la storia di Kate, che da sempre si prende cura dei fratelli, aggrappandosi alla disperata certezza che un giorno i suoi genitori torneranno a prenderli, ed è la storia di Michael e della sua passione per le storie fantastiche, e della piccola Emma, che sembra temere solo una cosa: perdere i suoi fratelli. E la storia di tre ragazzi inseguiti da un potere oscuro e minaccioso e del libro che cambierà per sempre il loro destino.
Ecco la nostra opinione dei capitoli dal 7 al 12:
MORNA: Seconda tornata di capitoli e...qualcuno mi ha scambiato il libro?! No, dico sul serio, è lo stesso libro che stavo leggendo la settimana scorsa?!
Ebbene sì, a malincuore devo ammettere che ho faticato a portare avanti questi sei capitoli. Non che non mi siano piaciuti totalmente, ma li ho trovati sicuramente inferiori rispetto ai precedenti sei. Personalmente ho trovato l'inizio de L'atlante di smeraldo davvero magico, ricco di un'atmosfera rarefatta e misteriosa che avvolgeva il lettore con promesse di avventure e magia in pieno stile sword & sorcery. Purtroppo questa magia è totalmente sparita in questi capitoli, almeno per quanto mi riguarda. Devo dire di essere rimasta totalmente stupita dal cambio repentino e inaspettato di stile dell'autore, dico davvero, in alcuni momento ho seriamente pensato di non stare leggendo lo stesso libro!
SARA: Devo dire che purtroppo mi sono ritrovata con la tua stessa sensazione :-(
Ho riscontrato anche io un po' di difficoltà, soprattutto a livello di concentrazione mentale. Questi sei capitoli non mi hanno quasi coinvolta, e mi è capitato più volte di dover tornare indietro a leggere alcune frasi e alcuni passaggi perché mi ero distratta, e questo non è un buon segno. Come già detto la volta scorsa ero rimasta anche io soddisfatta della fase iniziale, ma sembra che finiti i capitoli introduttivi e d'ambientazione dove il lettore impara a conoscere questo magico mondo e dove tutto ovviamente appare come una novità, vi sia una specie di blocco.
MORNA: L'ultima volta ci eravamo interrotti sul più bello, con una promessa di avventura che doveva ancora cominciare, ma che aveva tutte le carte in tavole per essere davvero ottima. Ora, in effetti l'avventura comincia, ma fa acqua da tutte le parti!!!
SARA: Concordo, sembra infatti che l'autore abbia avuto delle ottime idee per intavolare la storia, ma che giunto allo svolgimento vero e proprio non ne sia stato in grado.
MORNA: Innanzitutto la dinamica: nell'arco di sei capitoli si ripresenta due volte la stessa situazione, con uno dei tre fratelli che viene separato dagli altri che cercano poi di ricongiungersi. E la cosa non mi ha entusiasmato più di tanto, lo ammetto. Con tutti i modi che ci sono per sviluppare una vicenda bisogna proprio ricorrere due volte alla stessa soluzione in un arco di pagine così limitato?!
E poi la fretta. Quanta fretta!! Sembra che Stephens abbia il diavolo alle calcagna! Avvenimenti su avvenimenti, tanto che non si riesce a stargli dietro. O per lo meno io non sono riuscita un attimo a tirare il fiato: non facevo in tempo ad assimilare la versione della storia raccontata da un personaggio, o i dettagli o le regole con le quali l'autore ha costruito il suo mondo, che saltava fuori un altro personaggio a dire la sua e a ribaltare la situazione! Odio quando succede così. É come se l'autore sparasse le sue cartucce migliori tutte all'inizio e poi, rimanendo a corto, non riuscisse più a trovare qualcosa di originale e all'altezza dell'inizio del romanzo. Mi auguro proprio che non sia questo il caso, ma non posso fare a meno di domandarmi cos'altro riuscirà a inventarsi per la prossima metà del libro e se sarà tutto un continuo susseguirsi di rivelazioni senza mai dare un po' di tregua al lettore come lo sono stati questi sei capitoli.
SARA: Anche io ho avuto l'impressione di ripetizione, ma non soltanto per quanto riguarda i fratelli che si dividono già per la seconda volta nell'arco di poche pagine, (che, concordo, non è piaciuto neanche a me!) ma anche per altre cose. Vi sono tantissime ripetizione di vario genere. Ad esempio c'è il fatto che per ogni personaggio nuovo che i fratelli incontrano devono sempre mettersi a raccontare ciò che è accaduto fino a lì, e poi a loro volta devono sentire la storia del personaggio di turno e ogni volta si aggiungono nozioni nuove in aggiunta ad informazioni già lette. E poi la fissazione per il cibo, descrizione di ciò che mangiano e come la mangiano. Ok che non sarebbe stata realistica una storia dove nessuno mangia mai, ma c'è modo e modo, non c'è bisogno ogni volta di descrivere tutto, si può fare a meno di alcuni particolari. E per quanto riguarda la velocità delle scene è vero, sembra che non si riesca mai a tirare il fiato, quando scappano hanno sempre qualcuno alle calcagna, se per caso trovano un rifugio vengono stanati subito o catturati da qualcun altro, insomma, tra streghe cattive, mostri urlatori, lupi famelici, mostri pipistrello e nani e quant'altro, non c'è davvero tregua.
MORNA: Per quanto riguarda la trama, poi, io ho un dubbio. Premetto che questo tipo di domanda mi viene sempre quando leggo un libro con dei viaggi nel tempo al suo interno però, anche in questo caso, non posso fare a meno di chiedermelo visto che, almeno per adesso, non è stato esplicitato dall'autore. Quando Kate e Michael incontrano il dottor Pym in prigione non cambiano il futuro? Voglio dire, nel futuro il dottor Pym e i bambini non si erano mai incontrati, ma viaggiando nel passato e cambiando gli avvenimenti (in questo caso l'incontro) non compromettono anche il futuro? Il dottor Pym del futuro dovrebbe quindi ricordarsi di aver già incontrato i ragazzini, no? I suoi ricordi si sono modificati? Lo stesso dottor Pym è in realtà un altro dottor Pym? Si è generata una realtà parallela? *me confusa*
SARA: Per il tuo dubbio io ho pensato che sì, anche se l'autore non l'ha spiegato, il viaggio nel passato cambia sempre il futuro, e quindi il dottor Pym si doveva ricordare di loro. Anche se non l'ha detto quindi immagino che se li ricordasse e che anzi, ho pensato che li avesse chiamati lì nel suo "orfanotrofio" apposta perché sapeva già cosa sarebbe successo. Certo i viaggi nel tempo sono davvero complicati e alcune volte bisogna prendere per buone le cose come appaiono senza farsi troppe domande o si rischia di impazzire!
MORNA: Per il resto, invece, credo (e i prossimi capitoli mi daranno ragione o mi smentiranno) che l'autore abbia raggiunto il livello di saturazione sia per quanto riguarda lo stile che per le caratterizzazioni dei personaggi. Come era chiaro anche dai capitoli precedenti, le caratterizzazioni sono basilari, con pochi tratti, semplici e stilizzati. Insomma, il cattivo è il cattivo, il buono è il buono. Le descrizioni sono dirette e brevi, caratterizzano il giusto senza mai dilungarsi troppo.
SARA: Sì, i primi 6 capitoli sembrano essere stati il massimo che l'autore è riuscito a dare al romanzo e dopo di essi sembrerebbe tutto un po' appiattirsi, nessuna evoluzione.
MORNA: In conclusione quindi, credo proprio che questi sei capitoli abbiano dimostrato in pieno il lato middle grade di questo romanzo e il target di lettori a cui è destinato. Per quanto mi riguarda non è assolutamente un demerito, anzi, però non posso negare che mi aspettavo un pizzico di più in ogni caso. La mia valutazione per questa seconda parte scende a 3.5 stelline. Troppi dubbi, domande e fretta. Spero però di poter alzare nuovamente il punteggio la prossima volta perché intravedo del potenziale che spero venga colto dall'autore!
SARA: E' innegabile che questo sia un romanzo per ragazzi, lo avevamo già appurato e ne eravamo coscienti, però è vero che questi ulteriori 6 capitoli rimarcano il concetto e sembrano quasi dire che il target del libro è per ragazzi e stop. Niente di male, però vi sono libri per ragazzi che hanno quella scintilla in più che pur attenendosi al loro target riescono a entusiasmare lettori di tutte le età (e l'esempio lampante è Harry Potter, ma non solo...) mentre qui, spero di sbagliarmi, ma quella scintilla in più sembrerebbe mancare. Forse è ancora troppo presto per giudicare, ma comunque anche la mia valutazione scende e se per la prima parte avevo dato 4 stelline adesso il mio voto parziale diventa una sufficienza, 3 stelline.