Magazine Racconti
La storia narrata da me…Lucy Houston e Mickey Chandler sono sposati da undici anni. Il loro è un amore intenso e tenace, così tenace da aver resistito negli anni alla depressione bipolare di lui, costretto a frequenti ricoveri in clinica psichiatrica, e all’ombra di morte che grava su di lei, appartenente a una famiglia che annovera numerosi casi di cancro. Non tutto nella vita dipende dalla nostra volontà, e la genetica, ormai è certo, è una spada di Damocle che incombe su di noi e talvolta condiziona pesantemente le nostre esistenze, come accade ai protagonisti del libro.
La storia tra Lucy e Mickey è iniziata la notte del ventunesimo compleanno di lei, quando le vite dei due si sono incrociate ed è stato subito amore. Un amore pacato, inaspettatamente ragionevole, che vuole sopravvivere nonostante tutto, che si impone di non essere mai avventato, perché in alcune circostanze essere avventati comporta un carico di sofferenza intollerabile. Ecco perché Luci e Mickey si promettono di comune accordo di rinunciare a essere genitori: in nessun caso potrebbero garantire a un bambino un presente solido e un futuro felice. Ma il destino, si sa, non è controllabile dalla volontà. Accade così che, durante un controllo di routine, Lucy scopre di essere incinta…
Il mio commento…Poche, pochissime parole per descrivere un romanzo semplicemente meraviglioso. Non è esattamente coerente con la linea editoriale finora adottata dalla Leggere Editore, ma ben venga questo cambio di direzione o semplicemente questa pubblicazione di un libro inaspettatamente doloroso ma vero, intenso e toccante come pochi.
La scrittura della Hancock è limpida, raffinata: l’autrice si dimostra una vera maestra nel tratteggiare i caratteri dei protagonisti e nello scivolare quasi in punta di piedi tra le vicende che li vedono coinvolti – a tratti quasi travolti – senza mai essere eccessiva, senza apparire fuori luogo nonostante l’estrema delicatezza degli argomenti trattati.
Una storia d’amore come tante e insieme come poche, unica come tutti i veri, grandi amori; una storia molto lontana dal tradizionale idillio cui ci hanno abituati i romanzi della letteratura tradizionale sentimentale. Terribilmente vero, a tratti quasi crudo, questo libro è un manifesto dell’amore più puro, quello che tutti, uomini e donne, sognano d’incontrare, anche quando (soprattutto quando!) non lo ammettono. Consiglio “Danzando sui vetri rotti” agli amanti della narrativa autentica, ai sognatori e tutte le persone che hanno bisogno di tornare a credere nell’amore. Fa miracoli, davvero.
Per accompagnare questo libro ho scelto una ricetta a me molto cara, che puntualmente ogni autunno rifaccio più e più volte, con somma gioia (si fa per dire!!!) del mio girovita. Perché in autunno? Perché è una torta di mele, e mai come in autunno ho voglia di mele fresche, croccanti, appetitose sia crude che cotte… e confesso di aver mangiato numerose fette di questa torta proprio mentre leggevo “Danzando sui vetri rotti” di Ka Hancock! La ricetta l’ho trovata anni fa su un giornale; già dopo averla realizzata la prima volta, ho abbandonato tutte le altre ricette di torte di mele che possedevo! È particolare perché i pezzetti di mela si mettono solo all’interno e non sopra, ma per il resto è davvero facilissima anche per i neofiti della cucina.
Torta di meleIngredienti150 g di burro150 g di zucchero180 g di uova (3/4 uova medie)250 g di farina15 g di lievito500 g di meleScorza di 1 limone grattugiatoLatte q.b.
In un contenitore mescolate bene zucchero, uova e burro sciolto.Aggiungete la farina e il lievito e continuate a mescolare, aggiungendo del latte affinché il composto non risulti troppo denso e asciutto. Sbucciate le mele, tagliate a tocchetti, versatele nell’impasto e amalgamate bene; successivamente aggiungete anche il limone grattugiato.Prendete una teglia dal diametro di 30 cm, versate e infornate per 45 minuti in forno ventilato a 170 gradi.
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