Sì, dovrei dire un orafo, un artista, ma Andy Cooperman dice di sè: "Non mi definisco un artista, c'è una sorta di pretenziosità in questa definizione (...) Fare, fare è la cosa più onesta che posso dire riguardo al mio lavoro (...) E' rendere manifesto qualcosa che non esisteva prima: questo è fare per me".
Sono disarmata di fronte a chi è capace di creare tanta bellezza e lo fa con una grande umiltà nei confronti del proprio lavoro. E ama insegnare, far vedere attraverso i suoi occhi oggetti e processi creativi, per portare chi impara a vedere cose nuove.
Vedere. Cosa faremmo se un giorno ci accorgessimo di non riuscire più a vedere bene? quando la nostra vita è creare oggetti? Dopo questa esperienza Andy Cooperman ha cercato di ritornare al suo lavoro, e quando si è reso conto di poter ancora lavorare, nonostante un danno permanente a un occhio, si è seduto al suo banco e ha pianto. Forse quello che aveva vissuto avrebbe cambiato in parte il modo in cui faceva le cose, ma non il suo impegno a fare. E a insegnare.
My commitment to making.