Magazine Viaggi
È anche vero che qua e là su Berlino ho letto meraviglie. Fantastica! La più bella città d'Europa. «Ci andrei a vivere di corsa!» La Marlene Dietrich delle città, insomma. Tuttavia ci vuole molta più energia a criticare che a lodare. O molto più coraggio. Perciò, quando sono emerso dalla metropolitana che mi ha portato in centro dalla periferia dove ho l'hotel, e mi sono calato nella sua realtà, non avevo con me un campionario di aspettative da liquidare in saldo. Ero come il sensore di una macchina fotografica che non ha ancora visto la luce. Eppure, ho sentito che Berlino non mi accoglieva. Mi raccontava la sua storia importante, interessante e travagliata, ma con urbana freddezza, come una donna che lo capisci da come ti guarda e da come mette le mani, che ti tiene a distanza, che ti fa capire di essere irraggiungibile. Proprio come Marlene Dietrich.
Sulle prime ho pensato di essere vittima di un accidente comunicativo. Se non capisci un tubo di tedesco, aggirarti per una città in cui ogni insegna, ogni pubblicità, ogni indicazione è scritta in un idioma a te del tutto - tranne in rari casi - estraneo, non aiuta al reciproco avvicinamento. Per cui potrebbe essere un gioco da ragazzi per il tuo inconscio trasferire la colpa della tua ignoranza in un preteso rifiuto della città nei tuoi confronti. Ma non mi sembrava abbastanza. Così ho ritenuto che fosse colpa (anche) della pioggia battente che ha messo a dura prova le mie antenne e in solo mezza giornata ha violato la finora supposta impenetrabilità della mia giacca impermeabile che era riuscita a passare indenne sia alle più violente piogge irlandesi, che ai nubifragi estivi della Scozia. Ciò nonostante non volevo credere nemmeno a questo. Certo, trovare alle 18:30 la toilette dell'Europa Center di Budapester Straße sprangata come Fort Knox, perché alle 18 chiude (NB quando però il centro commerciale chiude dopo le 19), non fa un'ottima impressione alle viscere in ambasce. Ma non poteva questo bastare a farmi abbandonare la convinzione ostinata che ci dovesse essere dell'altro, dietro. Qualcosa di più spesso ed etereo insieme. Uno spettro che mi inseguiva. Era come se lo intuissi con la coda dell'occhio, ma sparisse una volta inquadrato di fronte. A domani per (forse) la soluzione.
/continua
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Secondo una ricerca di Hotels.com Ginevra è la città meno economica per consumar...
Secondo una ricerca pubblicata oggi da Hotels.com, sito leader nella prenotazione di hotel online, Ginevra si conferma per il terzo anno consecutivo la città pi... Leggere il seguito
Da Viaggiarenews
VIAGGI -
I paesini del Tour de France 2015
Si terrà quest'anno la 102ª edizione del Tour de France. Quest'anno il tour comincerà il 4 luglio ad Utrecht, nei Paesi Bassi, e finirà il 26 luglio, come ogni... Leggere il seguito
Da Witzbalinka
CULTURA, VIAGGI -
Quando da Torino l'Angelo chiamerà Le Penseur...
A Torino manca qualcosa.A Torino, città dalla magia enigmatica ed intessuta di reticoli in chiaroscuro di leggende, metà di luce e metà di ombra (oppure di... Leggere il seguito
Da Il Viaggiatore Ignorante
VIAGGI -
#unviaggiovintage: un ricordo speciale
E' arrivato il mio turno di raccontarvi #unviaggiovintage. Scavo in profondità è torno al 1997, il mio primo viaggio fuori dall'Italia, 4 giorni a Parigi e... Leggere il seguito
Da Elena Zappi
VIAGGI -
Gli organetti di Barberia
Un organetto di Barberia sulla Place d’Aligre I bambini parigini crescono spesso in piccoli appartamenti che non offrono molte opportunità di svago e non... Leggere il seguito
Da Italianiaparigi
ITALIANI NEL MONDO, VIAGGI -
I saldi estivi a Parigi
I saldi estivi a Parigi Gli attesissimi saldi estivi sono cominciati lo scorso mercoledi e dureranno fino al 4 agosto 2015. Ogni anno l’inizio dei saldi... Leggere il seguito
Da Italianiaparigi
ITALIANI NEL MONDO, VIAGGI