Si dice che il mattino ha l’oro in bocca.
Beh, stamattina ho passato due ore immersa in un’impresa quasi impossibile: creare un account sul sito Vodafone per conto della moglie di uno dei miei collaboratori d’antan - per vostra informazione, attualmente è attiva una promozione dedicata ai clienti Vodafone per ricevere in omaggio sei-mesi-sei di (pessima) lettura tra Cucina Moderna, Star Bene, Cosmopolitan, Chi e chi più ne ha più ne metta.
Yeah.
Per il resto del tempo sono stata placcata da un altro collaboratore, un gentiluomo che deve avermi scambiata per un confessore: ormai so vita, morte e miracoli delle sue traversie giudiziarie.
… Signori miei, in teoria io dovrei anche lavorare! E quindi, mentre il beato fanciullo snocciolava i nomi dei suoi legali, io davo una sistemata al testo di un terzo collaboratore, elemento noto per la scrittura in italiacano. Uno per il quale la grammatica è un optional: frasi senza senso, parole e verbi messi insieme a casaccio, virgole dappertutto. Sì, anche tra soggetto e predicato.
Dico la verità: tra una virgola e l’altra, ho iniziato seriamente a chiedermi se non sia vero che chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Metti che un domani, a forza di leggerla e correggerla, mi scappa scritto un: «Io, mangio la nutella».
Ovvio, non c’è nulla di male nel mangiare la nutella (anzi…). Mi piaceva l’esempio: in quella frase, la virgola è una bruttissima barriera tra il sé e le cose belle, buone e piacevoli (benché la nutella non sia propriamente salutare; ma questo è un altro, marginalissimo discorso).
Ad ogni modo, e tornando alle cose importanti.
Il tutto si è svolto con una colonna sonora che immagino nessuno dei tre abbia notato:
Adoro i miei collaboratori d’epoca