Ventuno anni dopo l’ultima volta, il Partizani Tirana torna ad essere la capolista solitaria del campionato albanese. Ventiquattro punti, dieci gol fatti e soltanto due subiti: questo il ruolino di marcia della squadra di Shpetim Duro nelle prime undici giornate. Una vera e propria rinascita del Partizani, o meglio una vera e propria rinascita calcistica della città di Tirana. Sì, perchè distanziati soltanto di due punti ci sono i cugini del KF Tirana, che per gran parte di questi primi due mesi abbondanti di campionato hanno impressionato in quanto a qualità di gioco e qualità dei singoli. La lotta al titolo però, non rimarrà sicuramente una questione privata tra i cugini della capitale. Kukesi e Skenderbeu, infatti, sono lì. I primi hanno gli stessi punti del Tirana, e puntano decisamente forte al primo storico titolo. I campioni in carica invece, dopo un inizio di stagione a rilento, hanno incanalato i binari giusti e sono pronti a difendere quello scudetto che da quattro anni a questa parte è cucito sulle loro maglie. A non rientrare nei piani scudetto, almeno per il momento, sono Laçi e Flamurtari. Le due squadre – per motivi differenti che analizzeremo più avanti – sembrano essere già tagliate fuori dai discorsi d’altissima classifica. Quei posti d’altissima classifica che sicuramente non saranno occupati da Teuta, Vllaznia, Apolonia Fier ed Elbasani. Le prime due hanno davanti a sè un campionato tranquillo, mentre le altre due hanno dimostrato in queste primi undici giornate di non avere i mezzi adatti per centrare la salvezza.
QUI PARTIZANI – Il campionato è ancora lunghissimo, ma finalmente i tifosi del Partizani Tirana possono tornare a sognare in grande. Merito soprattutto dell’allenatore Shpetim Duro, che ha costruito una squadra tosta che fa della solidità difensiva il suo cavallo di battaglia. Numeri alla mano, infatti, il portiere Alban Hoxha non subisce gol dalla seconda giornata di campionato (Mikel Canka dell’Apolonia Fier), ovvero da ben 820 minuti. Statistica incredibile che ha naturalmente aggiornato il libro dei record del campionato albanese. L’unico difetto, o meglio l’elemento che non permette ancora al Partizani di essere una macchina perfetta, è la scarsa vena realizzativa. Dieci goal in undici giornate sono davvero pochi. Sì, fino ad oggi è bastata la grande solidità difensiva, ma puntare tutto sul reparto arretrato fino a maggio non sembra proprio essere una grande idea. Per questo occorrerà cambiare qualcosina sul piano tattico, per aiutare maggiormente l’ottimo Steven Racic (4 gol fino ad ora per lui). Comunque sia, per ora rimane un avvio di stagione quasi perfetto. I tifosi del Partizani possono soltanto sorridere.
QUI TIRANA – Non è da meno l’avvio di stagione del Tirana, che sulla carta continua a rimanere la favorita numero uno per la vittoria finale. La squadra di Magani ha superato a pieni voti questo mese di partite insidiose, grazie ad un Elis Bakaj sempre più in forma. L’ex attaccante del Chornomorets Odessa non a caso è stato premiato come giocatore del mese di Ottobre. Non solo Bakaj però, perché in casa bianco-blu tanti giocatori stanno rendendo al massimo delle proprie possibilità, in attesa di ritrovare il miglior Tomislav Busic. L’attaccante croato ha superato i problemi al ginocchio ed è pronto a tornare a gonfiare le reti delle porte avversarie. La sua mancanza comunque non si è fatta sentire più di tanto, per merito della straordinaria abbondanza in fase offensiva della squadra della capitale: Bakaj, Ndikumana, Kagere, Olaki, Morina e Hyshmeri, infatti, non hanno fatto rimpiangere l’ex attaccante del Vllaznia. Ecco, proprio questa “panchina lunga” potrà essere un elemento decisivo per la rincorsa al titolo.
QUI KUKESI – Nomini il Kukesi e pensi subito a Pero Pejic, perché il croato si sta confermando anche in questa stagione un’autentica macchina da goal. Reti che stanno permettendo ai vice-campioni d’Albania di essere ad un passo dalla vetta della classifica. Lo confermano i numeri: ogni volta che Pejic segna, il Kukesi porta a casa tre punti. Sarà la formula giusta per il titolo? Difficile dirlo. Quel che è sicuro comunque, è che Artim Shaqiri ha nella propria rosa i mezzi per arrivare al titolo. Una squadra completa, dal portiere al reparto offensivo, con giocatori del calibro di Hasani, Dosti e Gvozdenovic “costretti” a fare panchina. Bisogna però lavorare molto sulla mentalità vincente della squadra. Nelle partite che contano, infatti, contro le dirette concorrenti Pejic e compagni hanno totalizzato zero punti (2-0 contro lo Skenderbeu, 0-1 contro il Partizani e 3-1 contro il Tirana). Si dice che i campionati si vincano contro le “piccole”, ma è pur vero che per sognare in grande è necessario vincere anche le partite più difficili- Soprattutto se il tuo campionato è composto solamente da dieci squadre.
QUI SKENDERBEU – I campioni in carica stanno tornando. Non saranno più la corazzata di una volta, non avranno più la stessa fame di vittoria, ma comunque stanno tornando. Diversi ma comunque sempre molto temibili. L’emblema della rinascita è stata l’ultima vittoria sul campo del Laçi (0-2), impresa che non era riuscita a nessuno in questo avvio di stagione. Ma non solo, perché la rinascita ha anche il volto di un calciatore. Peter Olayinka è stato senza dubbio il trascinatore dello Skenderbeu nelle ultime apparazioni, grazie a eccellenti prestazioni e tre goal. Il quinto titolo consecutivo dipenderà molto dalle prestazioni del classe ’95, ma anche da come rientreranno gli infortunati Progni, Nimaga e Ademir Ribeiro, giocatori chiave nello scacchiere di Mirel Josa. Nessuno sa meglio di questo gruppo come si faccia a vincere il titolo in Albania, e per questo e non solo lo Skenderbeu continua ad essere una delle favorite principali.
QUI LACI – L’ultimo mese di campionato ha dimostrato in pieno il valore del Laçi. Le tre vittorie consecutive di inizio Ottobre (contro Vllaznia, Elbasani e Apolonia) avevano indotto qualcuno a pensare che i bianco-neri di Cungu potessero lottare per lo scudetto. Ma le successive due sconfitte consecutive hanno dato l’ennesima dimostrazione di come questa sia una grande squadra che però non ha ancora i mezzi per poter lottare fino alla fine per i primissimi posti. L’economia della squadra dipende troppo dalle giocate dei singoli giocatori (come James e Cetkovic). E infatti, le ultime due sconfitte sono coincise proprio con l’assenza dell’attaccante nigeriano. Resta comunque una squadra che può giocarsela contro qualunque avversario. E avere una rosa così competitiva per i tifosi è già tanto, visto che nell’ultima sessione di mercato hanno dovuto dire addio a colui che a Laç era considerato una leggenda vivente, ovvero l’ex capitano Erjon Vucaj.
QUI FLAMURTARI – L’ansia da prestazione di cui vi parlavamo un mese fa, si è trasformata con il passare delle giornate in una vera e propria crisi di risultati. Crisi che ha raggiunto l’apice con la sconfitta contro il Teuta (1-0) e ha portato all’esonero dell’allenatore Ernest Gjoka e di tutto lo staff tecnico. Ora sulla panchina del Flamurtari c’è Ernestino Ramella, allenatore italiano ex Como e Chiasso. Il presidente Idrizi ha puntato fortemente su di lui, mettendolo al centro di un progetto che vuole quanto prima far tornare il glorioso Flamurtari, sia in Albania che in Europa. Il compito non è affatto semplice, ma gli ingredienti per far più che bene ci sono eccome. Anzi, siamo certi che a Gennaio arriveranno a Valona altri giocatori di grosso calibro, per facilitare ancora di più il compito del tecnico lombardo. Per questa stagione però potrebbe essere già troppo tardi. Nulla è ancora perduto ma il primo treno scudetto è già passato, e chissà se ce ne saranno altri!
QUI TEUTA – Scendere in campo senza pressioni di alcun tipo sta aiutando parecchio il Teuta di Hasan Lika, che di settimana in settimana convince sempre di più. Le ultime vittorie contro Flamurtari e Vllaznia ce ne offrono la testimonianza. La squadra ha trovato la quadratura giusta e ha soprattutto trovato in Rafael Magalhaes il proprio top player. L’attaccante brasiliano, scartato in estate dal Partizani Tirana, sta attraversando un eccellente momento di forma, grazie anche all’ottimo lavoro di tutta la squadra. Il mix tra giovani e giocatori d’esperienza, infatti, sta portando quel che ci si aspettava. Ovvero un campionato tranquillo senza particolari gioie o delusioni. Dopotutto dopo aver rivoluzionato l’intera rosa, cambiando praticamente tutta la squadra, non ci si potrebbe aspettare tanto altro.
QUI VLLAZNIA – Un mese fa era la sorpresa positiva di tutto il campionato. Un mese dopo la situazione si è completamente ribaltata. Cinque sconfitte consecutive hanno fatto precipitare il Vllaznia al terzultimo posto della classifica. La colpa è di molti, a partire dalla società fino ad arrivare all’allenatore Baldo Raineri. In questo mese è successo di tutto: prima le dimissioni dei rappresentanti di GEA SPORT SA (Roberto Nava su tutti) che di fatto gestivano la società, poi le dimissioni dell’allenatore Raineri – a seguito della sconfitta casalinga contro il Teuta – rifiutate dal direttore sportivo Grima, e infine l’allontanamento di Rijat Shala per un diverbio con lo stesso allenatore italiano. Il risultato? Un Vllaznia nuovamente nel caos, come da un anno e mezzo a questa parte. In estate si erano gettate le basi per una grande stagione. Basi che però ora sembrano essere completamente distrutte. Il futuro della società rosso-blu dipenderà molto dalla decisione del tribunale su a chi affidare il controllo del club. Sarà provincia di Scutari o ritorno di GEA SPORT? Poi si potrà tornare a parlare di risultati sul campo.
QUI APOLONIA – Sarà molto ma molto difficile sfuggire alla retrocessione. La classifica ora dice che la salvezza è distante un solo punto (ovvero gli otto del Vllaznia), ma la differenza di valori emersa in queste undici giornate tra Apolonia e le altre squadre del campionato (fatta eccezione per l’Elbasani) dice molto altro. Non basterà una vittoria qua e là in casa, ma bisognerà accendere i motori anche lontano dal “Loni Papaciu”. Fino ad adesso, infatti, le trasferte hanno visto sempre l’Apolonia Fier uscire sconfitto, anche dal campo del modesto Elbasani. Servirà anche una buona dose di fortuna, che nel calcio non fa mai male. L’impresa è difficilissima ma non impossibile. E questo deve essere già un ottimo punto di partenza.
QUI ELBASANI – Mancano ancora venticinque giornate alla fine del campionato, ma ad Elbasan sono già iniziati a scorrere i primi titoli di coda. Appena tre punti sui trentatre disponibili. Pochissimi anche per cercare di mettere sul tavolo un discorso riguardante la salvezza, figuriamoci per raggiungerla. Squadra, allenatore e società sembrano aver già alzato bandiera bianca. Servirebbe un vero e proprio miracolo, anzi più di uno, per vedere l’Elbasani in Superliga anche nella prossima stagione.
CLASSIFICA
Partizani Tirana 24; Tirana 22; Kukesi 22; Skenderbeu 21; Laçi 16; Flamurtari 14; Teuta 13; Vllaznia (-3) 8; Apolonia Fier 7; Elbasani 3.
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