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Un mese di test-match, cosa rimane?

Creato il 24 giugno 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Un mese di test-match, cosa rimane?E’ finita la tornata di test-match estivi. Conti alla mano ha stravinto l’emisfero sud, ma i dettagli sono importanti e possono cambiare il quadro d’insieme. Almeno un po’.

Argentina: la sorpresa assoluta. Due vittorie (con Italia e Francia) e una sconfitta (ancora la Francia). Uno score ottenuto con una squadra di debuttanti o quasi, tenendo a riposo il 90% dei titolari in vista del Rugby Championship. Margini di crescita pazzeschi.

Australia: era uscita ridimensionata dal Mondiale, si riprende il suo posto. Tre vittorie contro l’attuale migliore squadra europea, il Galles vincitore del Sei Nazioni con tanto di Grande Slam. Ha perso contro la Scozia, vero, in una partita però segnata da condizioni ambientali molto più che disagevoli. E trova un’apertura – Barrick Barnes – di livello assoluto.

Francia: bicchiere decisamente mezzo pieno. I Bleus sono andati in Argentina lasciando a casa diversi punti fermi della nazionale per dare un po’ di respiro a giocatori che non si fermavano dallo scorso luglio (capitan Dusautoir in testa). Certo, se il “rimpiazzo” si chiama Michalak… Hanno perso la prima sfida con i Pumas lottando fino in fondo, hanno stravinto la seconda.

Galles: tre ko con l’Australia, però la squadra non esce affatto ridimensionata da questo mese di giugno. I Dragoni hanno sempre tenuto il campo fino alla fine, giocando spesso molto bene e in due occasioni hanno perso per calci piazzati segnati all’ultimo minuto. Insomma, la dea bendata guardava altrove.

Inghilterra: due ko e un pareggio con il Sudafrica. Ma sono state tre battaglie con botte da orbi e spesso i due XV si sono presentati in campo con un monte-caps davvero sbilanciato a favore degli springboks. Un tour che farà crescere tantissimo la giovanissima nazionale di Stuart Lancaster.

Irlanda: aveva il compito più arduo, quello di affrontare i campioni del mondo. Hanno preso una imbarcata (la prima partita) e una scuffia colossale (la terza, un 60 a 0 che fa malissimo). La seconda gara l’hanno persa solo per un drop in pieno recupero di Dan Carter. Il bicchiere è decisamente mezzo vuoto.

Italia: gli azzurri hanno battuto Canada e USA ma perso in malo modo con l’Argentina. Confermo il mio personalissimo giudizio sostanzialmente negativo proprio per quel ko contro la squadra più forte del mazzo ma alla nostra portata. Non mancano però i segnali incoraggianti. Si sono visti un po’ di giovani interessanti, la mischia non è più la cassaforte quasi insuperabile di qualche anno fa ma è comunque una certezza, si sono visti schemi e tentativi come non mai per allargare il gioco e “snaturarne” la tradizione degli ultimi anni. Tanta buona volontà e tanti errori, la strada però parrebbe quella giusta. Ma è lunga, molto lunga.

Nuova Zelanda: un nuovo ct e la domanda: “saranno appagati dopo la vittoria la Mondiale”? Risposta: 3 vittorie su 3 sull’Irlanda, due schiaccianti e una fortunosa, ma l’hanno comunque portata a casa. La solita impressione di potenza e tecnica. Con una infornata di giovanissimi dalle qualità enormi.

Pacifiche: meno impegnate delle altre per la concomitanza della Pacific Nations Cup. Fiji e Samoa hanno affrontato la Scozia uscendone sconfitte, anche se i samoani hanno perso per una meta subita nei minuti finali. Impossibile trarne conclusioni a largo spettro.

Scozia: applausi. Una squadra che sembrava allo sbando dopo un Sei Nazioni davvero negativo. Invece una storica vittoria in Australia sotto il diluvio ricompatta il gruppo che poi vince con Fiji e Samoa. E con un Tim Visser in più su cui contare.

Sudafrica: tante facce conosciute ma non poche quelle nuove. Una squadra che ha iniziato un periodo di “muta” che presumibilmente durerà un po’ visto che il ct Meyer sembra deciso a fare davvero un passo alla volta, senza fretta. Potenza fisica quasi brutale, capacità di grandi giocate anche sotto il profilo tecnico. E una serie di rincalzi dal grandissimo futuro.


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