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un metodo disegoico

Creato il 13 settembre 2010 da Vivianascarinci

un metodo disegoico

1. il giusto nel suo mondo 

Simone Pellegrini t. m. su carta cm 30×24

2. Il metodo pure dice questa purezza disegoica e necessaria: Pellegrini traccia separatamente le matrici di ogni particolare per ogni singola opera. Sono frammenti della stessa carta preparati all’uopo e oliati. Prepara una carta non vergine che li accolga, intendendola come un supporto vuoto ma tuttavia provato dall’usura e vi stampa, con uno strumento apposito, ogni figurazione attraverso l’impressione di una singola matrice a comporre una coralità che l’artista stesso dichiara, in una certa misura infedele all’idea da cui è nata. La parola infedele oltre che riferirsi a  ogni opera che esprima il suo dialogo con l’imponderabile, in questo caso acclude la variabile ulteriore di una traslazione naturale dal segno dell’artefice al dialogo imprevisto della materia tra sé e sé, ricreando la possibilità della visione di una natura che in questo dialogo conchiuso finisce per coinvolgere  inevitabilmente chi la visita. Questa ricerca sull’autonomia  di un materiale, coincide il simbolo che ne disegna quanto più precisamente l’afflato metafisico. Ciò avviene in una dimensionalità ridotta che non si concede lo sperdimento della profondità, stagliandosi da un orizzonte piatto che spicca visibilmente le sue altezze dall’attributo umano e dall’incarnazione totemica del desiderio, il suo magnetismo concentrico. Il continuo delle figurazioni singole a allestire una totalità, all’occhio dell’osservatore appare come una sorta di mappatura dei magnetismi che fanno simbolo attorno alle cose rette dal desiderio. Spesso si avverte una concentricità che si estende appena sopra a un assunto basso fatto di membra, fatto di membri. Come di infinti campi magnetici che vadano progressivamente assottigliando il peso di una materialità indistinta per farsi puramente agenti di una teoria della natura che da quest’ottica pare ancora tutta da farsi. L’opera così sembra un atto congenito dell’artista che contiene l’intero compiuto, nella stessa misura attuato e ancora da attuarsi.

 Continua …


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