Ecco, non si sa come ma la sottoscritta è riuscita a beneficiare di questa pubblicità senza il minimo sforzo.
Spiegazione: stamattina salgo su un autobus, una linea che prendo raramente perché mi piace fare almeno una parte del tragitto a piedi per arrivare in ufficio. Subito attira la mia attenzione un foglio appiccicato con scotch da pacchi al finestrino, una fotocopia ingrandita a caratteri fitti. Lo guardo bene... e giuro che non credevo ai miei occhi... era il mio articolo per Era Superba pubblicato nel numero di novembre, sulla possibile chiusura dell'Accademia di Belle Arti a Genova.
Il mio nome a caratteri cubitali su un finestrino del 36, su cui per una strana coincidenza astrale (anzi, io preferisco chiamarli segni divini) sono salita proprio oggi e proprio su quell'autobus...
Mi è appunto venuto in mente l'aneddoto su Moccia, e tutti coloro che sfruttano questa forma di - come chiamarla, writing crossing? - per far conoscere se stessi. Alla faccia delle caste che spesso ruotano intorno a musei, librerie, locali e gallerie d'arte, qualcuno ha pensato che una storia del genere meritava di essere conosciuta. E con essa, di straforo, il mio nome.
Niente male come inizio di giornata :)
ps. Ho provato a fare una foto, ma con il cellulare è venuta malissimo... e mi vergognavo su un bus strapieno ad avvicinarmi troppo :)