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Un missionario saveriano da anni sul campo racconta il "vero" Burundi

Da Marianna06

Ho sempre ospitato molto volentieri in "JAMBO AFRICA" associazioni di volontariato come LVIA di Torino e non solo, amici impegnati nel sociale e/o nella "missione"(non dimentichiamo che siamo, tra l'altro, nell' "ottobre-missionario"), per cui quest'oggi accolgo e diffondo con gioia una lettera pervenuta a Nigrizia, il mensile dei Comboniani  di Verona e pubblicata nell'ultimo numero, scritta da un amico veramente speciale, il saveriano ,p.Claudio Marano.

Ho conosciuto(la premessa è d'obbligo) p.Claudio proprio grazie all'LVIA,quando organizzava le sue famose settimane nazionali in giro per l'Italia.

E  p.Claudio,in quelle occasioni, di rientro dalle missioni,faceva appunto il "venditore" di libri , quelli dell'EMI in particolare,al seguito del convegno.

E non era certo un libraio qualsiasi, data la sua compentenza sull'Africa e l'evangelizzazione nel resto del mondo.

Conversare e lasciarsi suggerire da lui era piacevolissimo;a volte ,fuori convegno, l'ho fatto anche telefonicamente proprio per avere dei suggerimenti in relazione alla stesura dei miei articoli .

Un maestro impareggiabile.

Ecco adesso cosa scrive p.Claudio alla redazione di Nigrizia, a proposito di Burundi, visto che la rivista ha dedicato il mese scorso un dossier a Rwanda e Burundi e a tutta la serie di complicazioni ,che ivi sorgono ancora oggi tra hutu e tutsi ,per la gestione politica del potere.

La sua del Burundi è la fotografia di ciò che egli vede e vive sulla propria pelle e su quella della gente con cui condivide il quotidiano.

Scevro da ogni ideologismo  e partigianeria.

Perciò testimone attendibilissimo.

La nostra situazione in Burundi-scrive il missionario saveriano- permane disastrosa.

Da più di una settimana si corre dietro alla pompa di benzina, perché non c'è carburante.

Da mesi la luce appare 3-4 volte al giorno.

Spesso manca l'acqua.

Sui mercati e nei magazzini sono sparite molte cose.

Si dice apertamemte -  continua p.Claudio Marano -  che, se si vuole uscire dalla presente situazione critica, bisogna triplicare i raccolti.

I prezzi aumentano continuamente.

Sono riapparse le monete da 50, 10 e 5 franchi(CFA), perché le banconote di carta sono finite.

L'inflazione è alle stelle.

La disperazione è di casa per tutti.Qualcuno parla di colpi di stato...

I gruppi armati sono presenti in tutto il Paese.I morti e i feriti aumentano di settimana in settimana.

Le ingiustizie-conclude il nostro missionario- sono all'ordine del giorno.

Ed io aggiungo : "Può bastare tutto questo per farsi un'idea più che realistica di cosa significhi Burundi oggi ?".

E non è solo il Burundi in queste difficoltà, bensì, e purtroppo, la maggioranza dei Paesi africani, che la crisi economico -finanziaria mondiale mette ulteriormente in ginocchio.

Prima di chiudere la lettera p. Claudio ricorda agli amici italiani ovviamente il il Centre Jeunes Kamenge, che è una sua creatura, dove ha sempre accolto i cosiddetti "ragazzi di strada", quelli che non hanno famiglia e vagano da punto all'altro nelle città e nei villaggi africani, spesso male apostrofati e scacciati. E ci ricorda che denaro non ce n'è più, una volta terminati i campi estivi, e che per sopravvivere il centro si è indebitato con la banca locale, pagando ovviamente interessi altissimi.

Che io aggiungo :" Certamente non aiutano."

Anzi.

A voi dunque, amici, la riflessione finale che potrebbe essere invece l'occasione per l'inizio di una crescita culturale ed umana in senso lato, a patto  però che mettiate da parte ogni idea preconcetta.

P.Claudio, con la sua naturale discrezione, in chiusura di lettera,  chiede  soltanto di non dimenticare.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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