Foto aerea dei resti di quello che gli archeologi pensano sia
un antico monastero bizantino in Israele
(Foto: Griffin Aerial Photography Company - Istrael Antiquities Authority)
Durante l'esplorazione di alcune cisterne ostruite si è scoperta una cava e la sommità di diverse mura. Il monastero risultava praticamente sconosciuto ai ricercatori. Era circondato da un muro di cinta ed era diviso, al suo interno, in due zone: una industriale e una a prevalente carattere residenziale. Un torchio insolitamente grande e molto ben conservato veniva utilizzato per la produzione di olio di oliva. Un altro torchio di notevole grandezza, invece, doveva essere utilizzato per produrre il mosto dalle uve.
I reperti finora raccolti indicano che i residenti nel complesso monastico erano impegnati nella produzione di vino e di olio di oliva per il loro sostentamento. La dimensione impressionante degli impianti agricoli dimostra che queste strutture sono state utilizzate per la produzione su scala industriale di entrambi gli alimenti.
Uno dei mosaici ritrovati nel complesso monastico di Beit Shemesh
(Foto: Assaf Peretz - Israel Antiquities Authority)
Sono stati riportati alla luce anche due forni per cottura presenti nel complesso. La Dottoressa Irene Zilberbod e la Dottoressa Thila Libman, direttrici dello scavo per conto della Israel Antiquities Authority, credono che il sito sia un monastero di epoca bizantina. Non è stata, comunque, trovata ancora una chiesa o una scritta che possa deporre in favore di questa tesi e che sia traccia del culto religioso che qui veniva praticato, ma la costruzione imponente, la datazione ad epoca bizantina, i magnifici manufatti, i pavimenti, le finestre, le tessere del mosaico così come gli impianti per la produzione di olio e di vino parlano tutti in tal senso.
Il complesso monastico ha cessato la sua attività all'inizio del periodo islamico (VII secolo d.C.) e, nel corso del tempo, è stato occupato da altre persone che hanno adattato le strutture alle loro esigenze.