Ora, io capisco la felicità che c'è nel vedere la fine di un regime. Ma a differenza di Giovanni Fontana di Distanti Saluti non penso che sia un mondo bellissimo. Pubblica un'immagine significativa, uno striscione esposto nella principale piazza di Bengasi con i "fantastici quattro" politici internazionali che hanno aiutato i ribelli a liberarsi di Gheddafi: la rappresentante statunitense alle Nazioni unite Susan Rice, Sarkozy, David Cameron, Barack Obama. E poi scrive:
A me non importa che questi quattro personaggi siano in buona o in cattiva fede, mi importa che abbiano preso la decisione giusta E quelle persone lì – molte delle quali non sarebbero in vita se non fosse stato per quella decisione – glielo riconoscono. È un bellissimo mondo, oggi. Quanto mi piacerebbe essere in piazza con loro.No. Non è un mondo bellissimo. È semplicemente il mondo "as we know it", fatto di parassiti, approfittatori, voltagabbana, affaristi. Ci fosse un Curzio Malaparte descriverebbe questi libici come ha descritto i napoletani in "La pelle", sì con la loro dignità di sconfitti, ma anche come personaggi pronti a tutto pur di salvarsi, pronti a cambiare casacca all'ultimo, a salire sul carro dei vincitori, a rendersi schiavi degli stranieri.
Non è un bellissimo mondo perché un intervento militare è l’ultima soluzione possibile, almeno secondo me. Se si è arrivati a questo è perché molti sono stati immobili e ciechi prima. Come ricorda il New York Times:
Through Saturday, NATO and its allies had flown 7,459 strike missions, or sorties, attacking thousands of targets, from individual rocket launchers to major military headquarters
Mica poco: 7.459 bombardamenti fino a sabato. Poi sono andati avanti dopo l'ingresso a Tripoli. Se gli interventi invece rappresentano una giusta soluzione per salvare le vite, come sembra dire Fontana, cosa aspettano a intervenire in Siria, dove Bashar al-Asad sta attuando una repressione delle masse? Perché non sono intervenuti in maniera decisa, tempestiva e radicale in Somalia, lasciando tutto nelle mani degli eserciti africani, incapaci di vincere su Al-Shabab, milizia sconfitta solo grazie alla carestia? Quello non è un mondo bellissimo.
Non è un bellissimo mondo perché lo sappiamo che quei "fantastici quattro" non sono certo spinti da spirito civile, da ideali puramente democratici, anzi, si potrebbe evitare di dirlo perché è palese, sono interessati ai pozzi petroliferi. E non è un mondo bellissimo quello chi in cui si “libera” un popolo con altre motivazioni dietro. L’ipocrisia e gli interessi nascosti non appartengono a un mondo bellissimo.
E poi, siamo sicuri che la guerra sia finita? Che i problemi siano risolti? Che dopo il consiglio nazionale temporaneo saprà raddrizzare la rotta di un Paese spaccato? Cosa accadrà nei prossimi anni? I precedenti non lasciano ben sperare.
[Breve rassegna: scrissi degli scandalosi incontri tra Gheddafi e Sarkozy nel dicembre 2007, episodio in cui l'ex sottosegretario francese ai diritti umani Rama Yade alzò la testa per dire che la Francia non è “lo zerbino su cui un dirigente, terrorista o no, può venire ad asciugare i piedi dal sangue dei suoi misfatti”, un'azione che le valse caro; e poi ancora scrissi brevemente della situazione italo-libica nel maggio e nel luglio 2008]